Coprostasi: una colica molto particolare
Coprostasi (meno nota come impatto fecale) è la terminologia medica adoperata per descrivere una precisa condizione clinica in cui il lume intestinale – con maggiore precisione il lume rettale – versa.
La coprostasi consiste in un accumulo fecale, localizzato nel lume rettale, tendenzialmente protratto ben oltre le ordinarie nonché fisiologiche tempistiche di evacuazione.
La coprostasi ingenera una significativa alterazione della fisiologia del colon, simile ad una colica, comportandone variazioni funzionali. Fra i prioritari compiti che il colon svolge, vi è quello di assorbire considerevoli quantità di acqua e di sali minerali, un compito che, in una diagnosi di coprostasi, appare alterato, accelerato e compromesso: l’accumulo fecale diviene così eccessivamente secco, duro, compatto e difficilmente evacuabile mediante la fisiologica defecazione.
Segnali di una copristasi grave
Le complicanze di una mancata cura
Origini e cause
Tipi di copristasi
Le terapie più diffuse ed efficaci per guarire
Sintomi
È importante ricordare che la sintomatologia della coprostasi può essere comune sia a quella della stipsi sia a quella della stipsi cronica: con il vocabolo comune ci si riferisce ad una sovrapposizione e ad una condivisione di sintomi che potrebbe causare una confusione nella classificazione anamnestica di ulteriori diagnosi.
I sintomi della coprostasi possono essere riscontrati in una diagnosi di stipsi ed anche in una diagnosi di stipsi cronica ma è importante ricordare che:
- una diagnosi di coprostasi è indipendente da una diagnosi di stipsi, ciò significa che la condizione clinica di accumulo fecale non coincide con la condizione clinica di costipazione;
- una diagnosi di coprostasi è indipendente da una diagnosi di stipsi cronica, ciò significa che la condizione clinica di accumulo fecale non coincide con la condizione clinica di più severa costipazione;
- se nella diagnosi di stipsi ed anche di stipsi cronica la soggettività del paziente è considerevolmente accolta e presa in considerazione poiché simboleggia uno fra i criteri diagnostici, nella diagnosi di coprostasi il vissuto del paziente diviene non funzionale alla diagnosi poiché la coprostasi è assimilabile ad una condizione organica riscontrabile con esami obiettivi e sperimentali;
- un paziente con stipsi e/o con stipsi cronica può considerarsi consapevole nel percepire che il proprio organismo versi in una delle precedenti diagnosi;
- un paziente con coprostasi potrebbe invece non considerarsi consapevole nel percepire che il proprio organismo, ed in particolare il suo lume rettale, versi in una condizione organica di coprostasi;
- la sintomatologia di una coprostasi concorre e, quindi, contribuisce alla sintomatologia di una stipsi e di una stipsi cronica. In questo caso può essere sperimentato sia un intensificato dolore nell’atto dell’evacuazione sia una severa coagulazione delle feci.
La coprostasi consiste in un movimento rallentato delle feci all’interno dell’intestino cieco che diventa pigro, a sua volta, causa e produce uno stagnarsi del materiale fecale protratto ben oltre le fisiologiche tempistiche di accumulo ed evacuazione. Il severo rallentamento ed il prolungato accumulo del materiale fecale ingenera un considerevolmente rapido assorbimento di acqua ed elettroliti dal materiale fecale: le feci divengono statiche, secche, compatte e significativamente dure, generando una condizione di colica intestinale.
Una condizione clinica di coprostasi può ingenerare un disagio nella quotidianità del paziente e, fra sintomi del disagio sperimentato, è possibile riscontrare:
- Intumescenza addominale;
- Duolo addominale;
- Nausea e Vomizione;
- Inappetenza;
- Dimagrimento (strettamente collegata alla perdita di appetito);
- Stimolo costante di voler defecare, senza però raggiungere un’evacuazione concreta;
- Mal di testa e/o capogiri;
- Mal di schiena;
- Encopresi, incontinenza fecale, ossia una accidentale ed involontaria perdita di materiale fecale, prevalentemente allo stato liquido. Questi episodi di incontinenza possono essere presumibilmente causati e conseguenti a colpi di tosse e/o fragorose risate;
- Difficoltosa defecazione, essa è ingenerata dalla stitichezza e dal protratto accumulo del materiale fecale depositato nel lume rettale.
Complicanze
È possibile riscontrare una sintomatologia di coprostasi più grave e comprendente i seguenti segni/sintomi:
- Stato febbrile;
- Stato confusionale e Stordimento;
- Tachipnea, ovvero aumento della frequenza respiratoria;
- Tachicardia, ovvero aumento della frequenza cardiaca;
- Sudorazione eccessiva e profusa;
- Incontinenza urinaria;
- Ansia;
- Deidratazione
Cause
Fra le cause della coprostasi ve ne è una considerabile come primaria, principale e scatenante, la stitichezza: essa è assimilabile alla severa difficoltà di evacuazione delle feci. Tuttavia, sono annoverabili ulteriori cause che potenzialmente ingenerano il prolungato e non fisiologico accumulo fecale, ossia una condizione di coprostasi.
Fra le suddette ed ulteriori cause, vi sono:
- Scarsa assimilazione di fibre, apportabili dalla strutturazione di un’alimentazione varia e ricca in alimenti che contengano naturalmente un poderoso contenuto di fibre. Sono fortemente consigliati legumi, verdure e cibi dalla composizione integrale. Una dieta a basso residuo può causare una severa complicanza del transito fecale ed anche diverticoli, crampi, ipertensione, irritazione della mucosa intestinale, aumento del rischio oncologico e cardio-vascolare. Per contro sono sconsigliati tutti gli alimenti privi di fibre;
- Scarsa idratazione, nell’organismo non sono presenti riserve naturali di acqua tale per cui è vitale e fondamentale condurre una sana idratazione. Si pensi che ben il 75% delle funzioni corporee dipende da una corretta idratazione e, fra queste, sono annoverabili il mantenimento della temperatura corporea e della salubrità dei tessuti liquidi nella norma, la produzione salivare e lacrimare. L’acqua corporea viene espulsa attraverso non solo la sudorazione ma anche attraverso la defecazione;
- Scarsa attività fisica, una sedentarietà costante e protratta nel tempo ingenera uno scompenso non soltanto in termini di elasticità muscolare ma anche in termini di ossigenazione dei tessuti. Il centro ipotalamico della sete coordina sia il quantitativo di acqua da immettere nell’organismo sia la funzione dell’ormone antidiuretico, ADH, che a sua volta regola il riassorbimento di acqua nei reni;
- Smodato utilizzo di antidolorifici di natura oppiacea, questa tipologia di farmaco prevede una formulazione fortemente incentrata su codeina, idrocodone, metadone, ossicodone. Fra gli effetti indesiderati e collaterali di questi principi attivi vi è sicuramente quello di un rallentamento del transito delle feci;
- Costante inibizione dello stimolo, magari si è così urgentemente coinvolti da un progetto da ultimare che il bisogno di defecare viene rimandato e quindi inibito. Questo particolare comportamento, se protratto nel tempo, può divenire una vera e propria malsana abitudine, fino a causare una severa stitichezza;
- Malattie neurologiche come la sclerosi multipla o il morbo di Parkinson;
- Sindrome del colon irritabile;
- Ansia/Stress;
- Depressione;
- Danni al midollo spinale, questa tipologia di infortuni possono causare una severa compromissione della defecazione.
Lo stress e la cistite meritano un approfondimento poiché è da chiarire il loro ruolo: causano oppure rappresentano una conseguenza della coprostasi?
La cistite può rappresentare una conseguenza della coprostasi: la dipendenza è stretta a tal punto da confermare la relazione consequenziale fra intestino pigro e lo sviluppo di IVU da enterobatteri. La relazione consequenziale è avvalorata dalla funzione che il colon retto svolge dal momento in cui esso funge da raccoglitore degli enterobatteri: questi batteri colonizzano l’uretra prima e la vescica dopo. In questi casi il dolore più che a sinistra o spostato verso destra sarà localizzato nel bassissimo vetre, al di sotto dell’ombellico.
Lo stress può rappresentare invece una causa della coprostasi. La quotidianità espone ognuno di noi ad una notevole quantità di stressor, ossia di stimoli ai quali sentiamo di rispondere al fine di risolvere la sollecitazione sensoriale. Nel momento in cui la risoluzione non si verifica, è possibile sperimentare una sensazione di esaurimento poiché le risorse cognitive poste in gioco vengono adoperate per un periodo di tempo che viene definito oltre la soglia. In altre parole, ci sentiamo stressati quando sentiamo di non aver fatto abbastanza per risolvere una stimolazione proveniente dall’esterno: come se fossimo costantemente esposti al medesimo stimolo. Questa condizione può causare considerevoli alterazioni e ripercussioni sull’organismo fra le quali è sicuramente annoverabile una maggiore sensibilità intestinale. Nei casi più gravi si arriva a definire tale difficoltà come coprostasi da stress.
Tipologie
La coprostasi è non soltanto causata da molteplici cause ma può differenziarsi in base alla gravità d’esordio: coprostasi acuta, meno grave ed abituale.
La coprostasi può manifestarsi in maniera acuta quando improvvisamente causata da una occlusione intestinale intensa oppure dall’alterazione di alcune funzioni intestinali.
La coprostasi può manifestarsi in maniera meno grave e quindi corrispondere ad una stipsi cronica, una condizione che vede coinvolti funzioni costituzionali dell’organismo, ma dal punto di vista della sofferenza percepita viene percepita come relativamente modesta e più tollerabile.
La coprostasi abituale invece trae origine dalla estemporanea stimolazione del nervo vago.
Terapia
La coprostasi può essere curata con l’ausilio di due tipologie terapiche. Una tipologia sintomatica, volta allo svuotamento del lume rettale dalla cacca bloccata; una tipologia causale invece finalizzata alla drastica e definitiva eliminazione delle cause predisponenti la coprostasi.
La terapia diviene essenziale non solo perché e quando il paziente diviene consapevole della sua condizione clinica ed organica ma anche e soprattutto quando a supportare la diagnosi sono esami obiettivi e sperimentali come l’esplorazione rettale digitale, il clisma opaco, la radiografia dell’addome.
Nel caso di una terapia sintomatica possono essere intraprese le seguenti azioni:
- Assumere un lassativo, può essere assunto sia per via orale sia per via anale. Fra i lassativi orali è identificabile il Movicol, consigliato nel caso in cui si desidera ripristinare una corretta evacuazione del materiale fecale;
- Irrigazione anale, viene inserita una piccola sonda nell’ano che, collegata ad un apparecchio, irriga la zona rettale con acqua tiepida al fine di ammorbidire le feci e stimolare l’evacuazione;
- Rimozione manuale, lo specialista usufruisce dell’apertura anale per poter inserire la mano ed espellere manualmente la cacca;
- Clistere, consiste nell’inserimento di una piccola bottiglia contenente del lubrificante finalizzato alla stimolazione ed alla mitigazione del fecalome, ovvero della massa fecale dura che si deposita nell’ultimo tratto intestinale. Esistono in commercio diversi tipi, ma alcuni enteroclismi risultano migliori di altri.
Nel caso di una terapia causale, ad esempio, viene rimossa definitivamente l’assunzione di medicine oppiacee nel caso in cui sia stata accertata una stretta corrispondenza causale.
Tuttavia, la prognosi resta una ulteriore ed efficace via di prevenzione della coprostasi e consiste in una corretta idratazione, in una corretta abitudine di evacuazione, in un ricco apporto di fibre ed anche in tempestivi accertamenti obiettivi.