Anatomia e fisiologia dell’intestino tenue

Per imparare a preservare il proprio intestino non occorre essere degli esperti. Allo stesso tempo però, una conoscenza delle parti che lo compongono può offrire una maggiore consapevolezza ai lettori e quindi rendere più semplice l’assimilazione di determinati concetti, in funzione di un migliore stile di vita e una salute maggiore.

Intestino tenue

Si tratta di un passaggio obbligatorio per il cibo che, ingerito dalla bocca e attraversato esofago e quindi lo stomaco, giunge in quest’area dell’organismo. Il tratto del tenue si presenta come un tubo caratterizzato da anse, all’interno del quale si determina quasi tutto l’assorbimento dei nutrimenti da parte del sangue. Quando il cibo mangiato giunge in questa zona, assume una forma liquida, definita chimo, frutto dell’azione di triturazione dei denti prima e dei succhi gastrici dopo.

disegno intestino tenue

Si può dire che il processo digestivo segua 2 fasi: la prima, che ha inizio grazie all’ausilio della saliva e la seconda, che avviene nello stomaco, dove le proteine vengono scisse in catene più piccole di amminoacidi, che rappresentano degli elementi necessari per la formazione proteica. Successivamente, nel momento in cui il mangiato arriverà nell’intestino tenue, si concretizzerà un’ulteriore frammentazione, che renderà possibile il perfetto assorbimento delle molecole. Solo quando il chimo sarà perfettamente miscelato e ridotto in poltiglia si potrà aprire la valvola sfintere pilorica, consentendo l’accesso del cibo verso la parte di sopra del tenue, detta duodeno.

Il movimenti di contrazione delle pareti del duodeno, che avverranno grazie ai muscoli longitudinali e circolari, ridurranno sempre di più il volume del chimo, spingendolo verso le zone più basse del tenue. Quando una parte si contrarrà, l’altra rimarrà ferma, a riposo. Questo tipo di azione è detta segmentazione ritmica e avviene 12-16 volte ogni minuto. Lo scopo finale di questo processo è miscelare del tutto il chimo ai succhi gastrici, sfruttando i movimenti che fanno in sequenza le 3 parti dell’intestino tenue:

  • il duodeno, quella superiore;
  • il digiuno, quella centrale;
  • l’ileo, quella inferiore

Quella che viene detta peristalsi è il movimento propulsivo associato alla coordinazione ritmica dei muscoli e consente al chino di avanzare nell’intestino tenue.
A dispetto di tutto quello che accade nel nostro intestino, si precisa come questa serie di reazioni non vengono mai avvertite in maniera consapevole dall’uomo, a meno che non sia in atto un intossicazione o un’infiammazione intestinale che dovrà essere riequilibrata. In questi casi, i crampi alla pancia o la diarrea non sono altro che le conseguenze di un processo che non avviene correttamente, come dovrebbe.

Come avviene la scomposizione del chimo?

Il chimo è molto acido e contiene una percentuale alta di acido cloridrico, oltre ad enzimi in grado di frammentare le grosse molecole e agevolare l’assorbimento. Le secrezioni del tenue posseggono bicarbonato, ovvero una sostanza alcalina in grado di compattare l’acidità dello stomaco. Delle cellule specifiche, presenti tra le pareti intestinali, hanno il compito di secernere queste sostanze che si aggiungono alle secrezioni derivanti dalla cistifellea, ovvero dalla bile, ma anche dal pancreas, per fluire poi, attraverso il canale pancreatico, direttamente nel duodeno.

I sali biliari vengono generati nel fegato e assunti dalla cistifellea e svolgono il ruolo di detergenti volti ad emulsionare gli acidi grassi e trigliceridi, frammentandoli in particelle così piccole che vengono assorbite dalle stesse pareti. E’ mediante le secrezioni degli ormoni che l’intestino tenue è capace di gestire al meglio i processi di digestione.

L’assorbimento dei nutrimenti

La forma dell’intestino umano, simile a quello di una fisarmonica, all’interno della quale vi sono tante piccole dita, dette villi, è studiata per assorbire i cibi in modo corretto. I villi sono delle dita prensili in grado di catturare benissimo ogni porzione di cibo che transita nel tenue, e quindi di ridurne la dimensione, mediante i piccolissimi capillari che le ricoprono. Grazie a questa loro peculiarità, le particelle possono ora penetrare nel sangue e giungere alla vena portale epatica prima e successivamente anche al fegato. Tali sostanze, ormai ridotte completamente, possono essere smistate verso altre cellule dell’organismo, permettendo il loro funzionamento e la loro vitalità.

Le sostanze più grasse non vengono messe direttamente nel sangue, come nel caso delle altre, ma vengono prelevate dall’intestino e quindi direzionate, mediante i chiliferi, che sono dei vasi, presenti nei villi. I vasi chiliferi sono connessi al sistema linfatico e mediante questo, le molecole di frasso raggiungono il dotto toracico e quindi la vena cava, che si trova nella zona del collo. Solo in questo modo i grassi entrano nel flusso sanguigno e attraversare il fegato, all’interno del quale può verificarsi la trasformazione metabolica.
Si sottolinea l’importanza dell’ileo, che conserva dei linfonodi molto utili, detti placche di Peyer, capaci di difendere l’intestino dall’attacco di batteri nocivi.

Se vuoi sapere che cosa accade al cibo a fine di una digestione che ultima circa 9-10 ore dopo il pasto, ti suggeriamo di leggere di più sull’anatomia dell’intestino crasso.