Analisi delle intolleranze alimentari

L’importanza delle analisi delle intolleranze alimentari

Sempre più persone sviluppano reazioni allergiche a seguito dell’assunzione di determinati cibi. Pensare che circa la metà della popolazione italiana mostra delle forme di intolleranza più o meno accentuate nei confronti del lattosio e che i casi d’intolleranza al nichel sono in costante crescita, dà l’idea dell’importanza che possono avere i test per intolleranze alimentari sulla salute delle persone.

Non occorre essere ricoverati in ospedale per uno schock emofiliaco per capire che è arrivato il momento di sottoporsi ad esami specifici e controllare lo stato degli anticorpi presenti nel nostro sangue.
Una reazione d’intolleranza è un meccanismo subdolo che può colpire chiunque in qualsiasi momento della nostra vita. Il fatto che sino al giorno prima quel dato nutriente facesse parte della nostra dieta quotidiana, non si rivela un dato sufficiente per stabilire che non saremo manifesteremo mai una reazione allergica a quel dato alimento.

La poca tolleranza del nostro organismo, dopo l’ingestione di un dato elemento, può essere molto dura da avvertire, perchè potrebbe mettersi in evidenza solo nel lungo periodo. Quella che in un primo momento può essere una lieve sensazione di pesantezza, nel giro di un mese potrebbe esplodere in un disturbo clamorosamente grave e doloroso. 

Allergico o intollerante?

Parte della distinzione riguarderà proprio la tempistica con cui si palesa questo “malessere”. Nel caso di allergia, la nostra cute potrebbe riempirsi di foruncoli, anche appena aver finito il immesso nella bocca il cibo incriminato. Potrebbe accompagnare il paziente per tutta la sua esistenza, costringendolo ad un’attenzione spasmodica volta a non ingerire mai gli allergeni.

Si tratta di una risposta del sistema immunitario agli agenti esterni, riconosciuti come pericolosi per l’equilibrio vitale, e per questa ragione aggrediti dalle nostre difese, che reagiscono attraverso la produzione di anticorpi. E’ proprio dallo scontro tra questi anticorpi e gli allergeni contenuti nella pietanza assunta che si genera istamina e quindi la reazione allergica. Nel caso di intolleranza da alimenti il processo potrebbe essere molto più lento e potrebbe persino arrestarsi, momentaneamente, quando l’alimento non viene inserito più nel nostro regime alimentare.

Potrebbe però ripresentarsi e ipoteticamente anche in forma più scatenante, quando viene nuovamente mangiato. A differenza di chi ha un’allergia, i pazienti intolleranti potrebbero introdurre dosi ridotte di quel nutriente, tranne se caso di soggetti celiaci o con serie difficoltà nell’assunzione orale di prodotti contenenti solfito.

Andare in farmacia e far un test non basta

Anche se vengono venduti moltissimi test per le intolleranze da cibi, sotto forma di farmaci da banco, la scarsa tolleranza a specifici alimenti, necessita di prove che solo i laboratori specialistici possono garantire. Anche se non vi sono controindicazioni particolari nel sottoporsi a questi esami, i maggiori rischi sono legati ai rischi di sottoporsi a questi test fai da te.

La possibilità di seguire autonomamente dei protocolli alimentari sbagliati possono generare conseguenze anche peggiori sulla salute intestinale dei pazienti. Rivolgersi a strutture dove poter fare test intolleranze alimentari è fondamentale per non incorrere in brutte sorprese. Escludere degli elementi nutritivi, sotto forma di alcuni piatti, per un certo periodo significa doverli sostituire con altri alimenti di fronte ai quali non mostriamo intolleranze. Fare questo significa avere le conoscenze nutrizionali per non generare scompensi a livello dell’organismo.

Non si tratta di un’operazione banale, perchè non possiamo permetterci di favorire l’origine di carenze nutritive di alcun genere. Soprattutto nei casi di pazienti con allergia alimentare molto marcata, ricorrere a test acquistati online e condotti senza la consulenza di una figura medica esperta, potrebbe risultare rischioso dal punto di vista della salute. Condurre test da soli, nel migliore dei casi, può portare a sottovalutare un problema o al contrario a creare inutili allarmismi, rischiando di rovinare l’umore nostro e la serenità delle persone che ci circondano.

I vantaggi di un esame così accurato

Sottoporsi a test d’intolleranza presso un laboratorio d’analisi vuol dire fare un vero check up della propria condizione di salute. Attraverso la corretta procedura applicativa si potranno ricevere informazioni utilissime per la prevenzione e cura di patologie, apparentemente slegate dall’alimentazione.

Eppure la dieta è la prima forma di tutela che abbiamo nei confronti del nostro corpo ed è da qui che dovremmo partire per curare disturbi o creare solidi presupposti per non dare origini a pericolosi stati d’irritazione gastrointestinale.
Sottoponendosi a prove allergologiche è possibile curare disfunzioni nel metabolismo e quindi combattere forme di obesità. Questi test riescono a risolvere non solo problemi associati a gastriti o alle vie renali, ma anche patologie cutanee o cefalee, spesso connesse a stati di tensione emotiva irrisolti.

Il test delle intolleranze alimentari è doloroso?

Mai. In nessun caso. Ad ogni caso si suggerisce un approccio chinesiologico per aver un quadro più definito di quello che gli alimenti spesso non dicono attraverso la pelle e quindi reazioni cutanee come sfoghi o rossori, ma che comunicano ugualmente al nostro cervello. Gli esami per intolleranze alimentari su base chinesiologica spiegano benissimo la concezione olistica del corpo macchina e di come l’apparato celebrale possa decodificare anche a livello inconscio ciò che percepisce come dannoso e riesce a comunicarcelo visivamente attraverso una maggiore debolezza muscolare. Il cibo è energia, ma soltanto quando fa parte di una dieta sana, altrimenti può trasformarsi, paradossalmente in fonte di debolezza.

Si consiglia a chiunque voglia recuperare la piena capacità del proprio corpo e muscoli di realizzare questo test, anche perchè ha un costo molto contenuto e permette di spiegare molto sui nostri bisogni di cibo. Ricordandoci sempre che un cibo “buono” non è solo quello considerato tale dalle nostre papille gustative, frutto di retaggi culturali, improntati sull’alimentazione animale, ma quello che restituisce maggiore energia di vita.

La possibilità di accompagnare ad una visita di allergologia, basata sulla chinesiologia, anche la lettura della mappa dell’iride ed eventualmente della sclera dell’occhio, fornirà ulteriori spunti d’analisi per iniziare una cura rivoluzionaria votata alla trasformazione della bocca da strumento di masticazione a risorsa per sorridere.