reazione allergica sui piedi

Come reagire a una reazione allergica cutanea

Capita a tutti, almeno una volta nella vita, di essere colpiti da una reazione allergica cutanea nota anche come irritazione della pelle. Le cause, così come i sintomi di una reazione allergica della pelle possono essere innumerevoli. Nei prossimi paragrafi entreremo più nel dettaglio spiegandone le diverse tipologie e le motivazioni dalle quali scaturiscono, sino a spiegare che cosa fare quando si manifesta un’allergia sulla pelle.

Una domanda che spesso ci si pone a riguardo è quale sia l’età più frequente per essere colpiti da una reazione allergica. Ci si domanda, cioè, se un’allergia cutanea possa presentarsi maggiormente in una persona adulta o in un ragazzo.

La risposta non è né scontata né semplice a darsi in quanto sull’età media per essere colpiti da reazione allergica cutanea, incidono differenti fattori. Per quello che riguarda i ragazzi, ad esempio, è bene ricordare che tutte le mense scolastiche dovrebbero essere molto attente in quanto molte irritazioni della pelle potrebbero anche avere una derivazione di natura alimentare.

La predisposizione ad allergie cutanee è o meno ereditaria?

Le malattie allergiche hanno certamente una predisposizione ereditaria. Ciò che viene ereditato, in sostanza, è una generica predisposizione verso determinati tipi di disturbi allergici che siano anche differenti rispetto a quelli dei genitori. Accanto alla predisposizione ereditaria e quindi ad una maggiore tendenza ad essere soggetti a malattie di tipo allergico, gioca un ruolo importantissimo anche il fattore ambientale.

Come si comporta un allergene?

Prima di capire come esso agisca è importante darne una definizione affermando che un allergene è una sostanza da ritenersi innocua per la maggior parte degli individui ma che, in alcuni soggetti, è capace di produrre diverse reazioni allergiche.

reazione allergica sui piedi

Un allergene che può essere ad esempio un polline, un farmaco o un allergene alimentare entra in contatto con l’organismo della persona attraverso distinte vie provocando reazioni allergiche. Se un allergene viene respirato, ad esempio, si riscontreranno sintomi di tipo respiratorio. In un processo di tipo allergico una funzione fondamentale è quella esercitata dagli anticorpi, sostanze che agiscono nel momento in cui l’organismo percepisce la presenza di un allergene. Il ruolo degli anticorpi consiste nel fornire una specifica risposta immunitaria, mettendo in atto i più opportuni meccanismi di difesa.

Chiunque soffra di un qualche tipo di allergia ha sentito almeno una volta parlare di istamina.

Che cosa fa l’istamina?

Si tratta di una particolare sostanza prodotta dal nostro organismo come risposta alla presenza di un allergene. Il suo ruolo principale, quindi, è quello di tutelare l’organismo agendo da mediatore chimico.

Quali sono le possibili cause di una reazione allergica cutanea?

In primis è possibile parlare di antibiotico sottolineando così l’esistenza di specifiche allergie agli antibiotici. Si tratta di un fenomeno piuttosto frequente, che può emergere in occasioni distinte. Un altro tipo di allergia può essere quella di origine alimentare. Si tratta di patologie che insorgono in soggetti che soffrono di intolleranze alimentari. Gli alimenti ai quali è possibile essere intolleranti sono numerosissimi.

Si pensi, ad esempio, alle arachidi. La reazione allergica alle arachidi è scatenata da un’azione dell’organismo nei confronti di due proteine che sono in esse contenute. I sintomi principali sono orticaria, asma o disturbi gastrointestinali ma è bene sapere che un’allergia alle arachidi non diagnosticata o scorrettamente curata potrebbe addirittura portare ad uno shock anafilattico.

Altra intolleranza di tipo alimentare è l’allergia al latte di vacca. E’ una delle allergie in media maggiormente diffuse. Una vera e propria allergia al latte di mucca non deve essere confusa con una intolleranza al lattosio. I sintomi principali di una grave allergia al latte di vacca sono dispnea, ovvero una difficoltà di tipo respiratoria, vomito ed in alcune occasioni anche orticaria.Frequenti sono anche le allergie dovute ai farmaci. Capita talvolta di riscontrare dei particolari sintomi successivamente all’assunzione di un medicinale. Bisogna allora capire se si tratta di un semplice effetto collaterale o di una vera e propria allergia al farmaco assunto.

I farmaci che più spesso generano reazioni allergiche sono antinfiammatori e antibiotici. Molto nota è l’allergia alla Tachipirina. Si tratta di un farmaco analgesico la cui sostanza è il paracetamolo. L’allergia alla Tachipirina è dovuta proprio al paracetamolo. Le più frequenti reazioni allergiche ad esse collegate sono sintomatologie asmatiche. Ancora alcune allergie sono legate alle punture di insetto. La motivazione è che attraverso la puntura un insetto riesce ad iniettare nella pelle allergeni o altre sostanze irritanti e quindi responsabili di pruriti, arrossamenti o bruciori.

Capita molto spesso di essere allergici ai prodotti per l’igiene. In tal caso le reazioni allergiche sono scatenate dalla presenza di determinate sostanza irritanti che a contatto con la pelle generano irritazioni. Così come per i prodotti per l’igiene, una reazione allergica può anche essere scatenata da tatuaggi o tinture per capelli.Nota è anche l’allergia al nichel. Il nichel è una sostanza capace di generare una vera e propria allergia da contatto. Nel momento in cui il nichel entra in contatto con la pelle si manifestano sintomi cutanei.

In alcuni casi anche i cerotti medicati possono essere causa di allergie e irritazioni cutanee. Il fenomeno si manifesta soprattutto per coloro che hanno una pelle particolarmente sensibile e facilmente irritabile. Molto spesso si sente anche parlare di allergia agli acari. Molte persone soffrono di gravi reazioni allergiche all’acaro della polvere, spessissimo presente all’interno degli ambienti domestici. Si tratta di una forma allergica diffusissima, causa di un’alta percentuale di sintomi di tipo respiratorio.

Difficili da affrontare sono le famose allergie al pelo di un cane o di un gatto. Si tratta di una specifica reazione nei confronti di determinati allergeni presenti nel pelo del cane o, nel caso del gatto oltre che nel suo pelo anche nella sua saliva. Le note allergie primaverili sono quelle ai pollini. Altre allergie note sono quelle ad alcuni tipi di piante velenose come l’agave.

Dopo quanto tempo si notano i sintomi?

A questa domanda non è possibile dare una risposta precisa in quanto la sintomaticità varia in base alle distinte allergie ma anche in base ai diversi soggetti.

Nel caso di puntura di ape?

E’ molto importante sapere che una puntura di ape può generare una reazione locale oppure una reazione più grave. Solitamente i sintomi come prurito e gonfiore si presentano nell’immediato per risolversi nel giro di poche ore. Nei casi più gravi si può addirittura rischiare lo shock anafilattico. Di cosa si tratta e come ci si difende? Si tratta di una reazione allergica molto grave e talvolta letale che può essere legata a distinti fattori. In una situazione di anafilassi è opportuno andare subito in Pronto Soccorso per un’iniezione di adrenalina.

Come alleviare il dolore di una semplice allergia cutanea?

Si possono usare alcune sostanze naturali come l’Aloe Vera.

Talvolta è necessaria l’assunzione di antistaminici e corticosteroidi. Per capire quando è meglio assumerli è sempre opportuno rivolgersi al proprio medico di fiducia che saprà riconoscere correttamente la sintomatologia di ogni singolo individuo.

Quando usare iniezione di adrenalina?
L’adrenalina va utilizzata naturalmente in casi estremi, come lo shock anafilattico che, come giù detto, è potenzialmente letale.

I vaccini specifici servono a qualcosa?

La risposta è naturalmente affermativa. Un vaccino specifico contro un determinato tipo di allergia diminuirà nettamente la percentuale di possibilità di contrarre quel tipo di reazione allergica.
L’Augmentin è invece un farmaco utile ed efficace nell’uccisione di determinati ceppi di batteri. Si tratta di un antibiotico che viene utilizzato nella cura di specifiche infezioni. L’Amoxicillina, ancora, è un altro farmaco antibiotico.

Come si manifesta un’allergia?
Attraverso alcune sintomatologie come pomfi, pruriti, acne, eczemi, orticaria o dermatite allergica.

Può essere fatale?

Come già detto dipende molto dai casi e dal tipo di allergia. Nel caso di crisi allergica grave la situazione potrebbe essere fatale.

Cos’è un edema di Quincke?

E’ conosciuto anche come angioedema ed è una situazione patologica caratterizzata dalla comparsa di edemi a livello cutaneo e di alcuni tessuti. L’allergia cutanea è quella forma di allergia che, rispetto a molte altre, potremmo definire più leggera.

L’importanza di imparare l’automedicazione è fondamentale soprattutto se in caso di problemi si dovesse essere soli. Per automedicazione si intende ad esempio un sistema autoiniettante. La prevenzione, inoltre, può essere correttamente fatta attraverso la consapevolezza del problema di cui si può venire a conoscenza attraverso un Prick Test.

Le recenti innovazioni stanno inoltre aiutando molto nell’ambito di un autoaiuto grazie, ad esempio, alla capacità di portarsi da soli al pronto soccorso resa possibile dalla nascita degli autopiloti, ideati per salvare la vita a coloro che soffrono di cuore o di gravissime allergie.

Quando si decide di utilizzare un certo prodotto o di mangiare un determinato cibo è molto importante sapere che non sempre le etichette sono sincere e che per questa ragione sarebbe sempre opportuno autoregolarsi ed imparare a gestirsi consapevolmente. Importante è anche un rafforzamento del sistema immunitario reso possibile dallo sport e dall’esercizio fisico e che ha effetti positivi sul sistema noradrenergico, soprattutto in caso di allergie che toccano le vie respiratorie.

Il famoso rimedio della mela chiodata consigliato da molte nonne, inoltre, incide fortemente in quanto è importante sapere che il ferro ha una azione fondamentale nella cura e prevenzione delle allergie.

nichelino

Allergia al nichel : come affrontarla

 


Quando si parla di allergia al nichel si parla di una delle forme allergiche più subdole che possono colpire l’uomo. Il fatto che nella maggior parte delle persone i sintomi di intolleranza siano poco rilevanti, spinge gran parte di questi soggetti a non approfondire le cause dei loro piccoli malesseri. Eppure i cibi con il nichel sono tantissimi e le occasioni per fare un regalo spiacevole al nostro corpo, introducendo alimenti che invece dovremmo evitare, rappresentano la premessa per avere una salute deficitaria.

Si tratta di un’allergia poco conosciuta che l’uomo tende a sopportare, senza contare come potrebbe stare meglio se limitasse al massimo i contatti con gli oggetti in nichel solfato.

Situazione ancora più delicata è quella che interessa le persone allergiche al nichel e cobalto. Quest’ultimo elemento è anch’esso un metallo e può diventare molto pericoloso per gli uomini, nella misura di allergia di contatto. Si manifesta attraverso una reazione allergica, che affligge i soggetti quando toccano questo metallo, accusando una vera e propria irritazione della pelle. I segni di dermatite da cobalto non sono visibili immediatamente, visto che si dovrà attendere dalle 28 alle 48 ore per verificare gli effettivi sintomi di questo male.
Anche se la sensibilità al cloruro di cobalto varia da persona a persona, anche se in linea di massima avviene un periodo di resistenza agli allergeni, sino ad arrivare ad una mancata sopportazione della sostanza, attraverso reazioni virulente, che spaziano dalle bollicine ai rossori cutanei.
Anche l’allergia al nikel rientra tra le dermatiti con contatto ed assume come sintomi principali quelli dell’arrossamento e del bruciore sulla pelle.

Non tutti gli individui sono allergici al nichel, in quanto si tratta di un fenomeno allergico che prende di mira persone con grandi carenze nel sistema immunitario. Se nei soggetti normali (senza allergia) le cellule sono in grado di riconoscere le molecole esterne e attaccarle, quando le si considera cattive, in altri soggetti, questo tipo di comportamento può ritorcersi contro.

In questo caso accade che il sistema immunitario si confonda e attacchi delle molecole del nostro corpo che non sono affatto maligne. Gli effetti più evidenti di questo missunderstanding sono legati alla sintomatologia tipica di un’allergia. Ecco spiegato il perchè chi è allergico al nichel presenta reazioni di questa natura.

Quante persone soffrono di allergia al nichel in Italia?

Sono moltissime. Si stima possano 11 persone ogni 100 le persone italiane che stanno male quando mangiano cibi contenenti nichel o quando entrano in contatto con oggetti che hanno percentuali di questo metallo. Il nichel infatti è molto più comune di quanto possiamo immaginare, anche perchè, in moltissimi casi, lo confondiamo con il ferro, anche se si tratta di 2 elementi ben distinti della tavola periodica. Se il nichelio, il cui simbolo è Ni, è il numero 28 della nota tabella chimica, il ferro invece (Fe) ha il numero atomico 26.

Dove si trova il nichel?

Si possono trovare piccole, medie o grandi percentuali di nichelio in moltissimi oggetti di uso comune. Ecco spiegato il perchè la vita di chi è intollerante al nichel diventa molto difficile e piena di insidie, non solo dal punto di vista alimentare.
Basti pensare che piccoli oggettini come monete e bottoni sono dei classici antagonisti di chi mostra una spiccata allergia verso il solfato di nichel. Di conseguenza, per chi è allergico, operazioni come contare gli spiccioli o mettere in ordine gli attrezzi da cucito, diventa molto difficile.

A seconda della sensibilità dei soggetti a questo materiale, l’aspetto delle dermatiti che ne può conseguire può assumere manifestazioni molto lampanti, creando forte disagio e imbarazzo nei soggetti, soprattutto quando si è con gli altri.
E’ per questo che una delle conseguenze secondarie più pericolose per chi ha un’allergia al nichel è quella di ricadere in una condizione di isolamento sociale, acutizzata dalla compromessa estetica della nostra pelle.

Anche perchè se l’irritazione cutanea non viene curata in tempo, la pelle può peggiorare il proprio stato. Quando non si trova un rimedio tempestivo alla dermatite da nichel la pelle diventa più spessa e tende a spaccarsi, creando dolorose lacerazioni. Nel caso l’allergia affligga un punto meno visibile, come potrebbe essere la pelle in corrispondenza dei reni, le difficoltà d’interazione con gli altri possono essere inferiori.

Invece nel caso le bollicine o la pelle rossa si presenti sulle mani o nella zona inguinale, possiamo ben immaginare come potrebbero aumentare i disagi, soprattutto quando si ha un partner facilmente impressionabile che mal sopporta alla vista le infiammazioni delle zone intime.

Come si manifesta l’allergia al nichel?

Chi ha dei problemi con il nichel solfato può accorgersi abbastanza facilmente, anche senza alcuna base di medicina, qualora si trattasse di un soggetto particolarmente sensibile a questa sostanza.
I segnali più importanti, nel caso di allergia al nichel da contatto sono:

  • la presenza di strani punti sulla cute, in particolar modo sulle braccia;
  • esigenza di grattarsi in alcune zone del corpo (con il rischio concreto di aumentare l’irritazione della pelle);
  • arrossamento della pelle, che in alcuni casi assume le sembianze di una “scottatura”;
  • fastidio o vero e proprio dolore, anche in punti non necessariamente arrossati;
  • rigonfiamento della pelle;

Il sintomo che allarma di più le persone, specie se di sesso femminile, è l’eruzione cutanea. Nei casi più importanti può assumere la forma di lacerazioni abbastanza profonde o perchè non curate o per colpa della cattiva abitudine di grattarsi quel punto, senza comprendere come questa azione possa peggiorare lo stato delle cose. Bisognerà smettere di toccare oggetti in nichel e interrompere immediatamente il consumo di cibi che lo contengono.

Questo tipo di eridema, che assume la forma di una vera e propria dermatite, generalmente interessa la parte del corpo che entra in contatto con il nichel, anche se non si tratta di una regola generale. Quando non si riscontrano dei sintomi diretti di questo malessere, ma soltanto dei segnali indiretti, si parla di allergia sistemica al nichel.

sintomi di allergia al nichel

Si tratta di un tipo più subdolo di allergia, perchè più difficile da diagnosticare. Non sempre infatti un dolore di stomaco o un prurito al piede si collega facilmente a quello che si mangia. Quando abbiamo la diarrea, ad esempio, siamo portati a pensare che siano stati i dolci mangiati a fine pasto, magari sottovalutando il quantitativo considerevole di pomodorini ciliegini consumati nell’insalata.

Se si tratta di individui con una forte allergia al nichel, i sintomi possono essere maggiori e manifestarsi anche sotto forma di stato febbrile e ferite anche profonde, come quelle che possono verificarsi sui polsi, in caso di utilizzo di orologi fatti in metallo.
Le conseguenze più negative saranno quelle legate all’ingestione di oggetti in nichel da parte di soggetti fortemente allergici, che non dovrebbero neanche mangiare cibi con quella sostanza.

Eppure li drammi possono sempre accadere e se un individuo ingoia involontariamente un “nichelino” o un oggetto in nichel di qualunque natura, dovrà immediatamente recarsi nel pronto soccorso più vicino per un controllo più approfondito. In questo caso gli effetti secondari sull’organismo possono essere infatti imprevedibili e assumere forme più gravi.
Si può capire se si ha un’allergia anche senza che vi siano sintomi evidenti. Per ottenere questo straordinario risultato si dovrà rivolgersi ad un esperto di chinesiologia che, attraverso opportuni test, “domanderà” al corpo che cosa può mangiare in quello specifico momento storico della vita, scoprendo quindi se tollera o meno il nichel.

Come si diagnostica un’allergia da nichel?

E’ possibile fare una valutazione completa sullo stato di allergia del soggetto soltanto in forma clinica, avendo un riscontro effettivo attraverso i test allergologici. E’ possibile avere un responso diretto e quindi eseguire un’analisi delle intolleranze alimentari anche attraverso uno studio d’iridologia.

La possibilità di scoprire l’allergia al nichelio, mediante iridoscopio e mappa iridologica è una possibilità affascinante che consente di osservare anche il resto del corpo nel suo complesso. Se dal punto di vista ospedaliero si concentreranno tutte le attenzioni unicamente sulla pelle, cercando di stimolare una reazione allergica forzosa, grazie al lavoro di un iridologo si potrà vedere attraverso le iridi anche la condizione di salute degli altri organi nel corpo.

Dove si effettua il test per allergie?

Per capire se si ha davvero un allergia al nichel, ovvero se al manifestare di quei sintomi corrisponde un concreto disturbo, è possibile rivolgersi al medico di famiglia. Anche se in farmacia vendono dei kit per scoprire eventuali allergie, il consiglio è quello di rivolgersi sempre ad un dottore o comunque ad un professionista in campo medico.

La visita presso lo studio medico costituirà solo il primo approccio per risolvere problemi di tolleranza al nichel, perchè sarà questo dottore ad indicare il nome di un vero specialista e l’indirizzo di una clinica, in cui svolgono test allergologici. I luoghi indicati per capire dove farsi controllare un’allergia sospetta sono:

  • strutture ospedaliere pubbliche
  • ospedali privati
  • centri d’analisi cliniche

Sono varie le prove allergiche che si possono effettuare per individuare gli allergeni ostili al proprio organismo.
I test più comuni per il nichel sono gli stessi che si eseguono per scoprire le più diffuse allergie alimentari o per contatto. Si passa dal prick test, che è anche la prova per allergie più economica, al isac test, che è invece lo strumento più costoso in assoluto. Non esiste un’unica strada da seguire e talvolta bisognerà effettuare dei test incrociati per sapere se si ha o meno un’allergia.

I casi in cui ad un rast tes, segua la ricerca delle IgE o ad analisi di tutt’altra natura come il parch test e il test per provocazione, sono molto frequenti.
Ancora una volta si specifica l’obbligo di effettuare i test di provocazione allergica soltanto soltanto se assistiti da un dottore di larga esperienza, considerato l’alto rischio di rigetto che potrebbe verificarsi nel paziente. Somministrare direttamente l’allergene ad una persona può essere pericoloso e stabilire le giuste quantità da somministrare, per non creare scompensi nel sistema immunitario del sottoposto, diventa importantissimo.

Una rapida ricerca sul web, anche attraverso una semplice ricerca vocale su smartphone, consentirà di sapere dove fare i test d’allergia al nichel nella propria zona di residenza.
Come abbiamo già detto in precedenza, anche i centri d’iridologia spesso offrono questa tipologia di analisi. Gli iridologi con competenze in chiropratica possono infatti, mediante un test chinesiologico, rilevare una difficoltà del corpo nel tollerare le sostanze che contengono nichelio.

Altre situazioni “strane” in cui si rischia di avere reazioni a causa dell’allergia possono essere legate all’uso degli oggetti inclusi in questo elenco:

  • i ferretti utilizzati dal dentista quando realizza un impianto ortodontico. Per ovviare al problema si impiegano ferretti in ceramica o in zaffiro;
  • i braccialetti e collane in acciaio o quelli composti da leghe ferrose che potrebbero nascondere tracce di cobalto o di nichel;
  • le chiavi contenute nei jeans, soprattutto con il sudore dell’estate, potrebbero far scoppiare una irritazione sulla pelle;
  • gli spiccioli sfusi, conservati in tasca, senza prima riporli in un portafogli;
  • occhiali con montatura in metallo. Se una persona con problemi alla vista ha anche difficoltà con il nichel sarebbe meglio che optasse per occhiali in plastica;
  • le sedie in metallo. Non sottovalutate questo dettaglio, perchè sedersi su materiali allergici può comportare molta sofferenza;
  • i detersivi

Quale pentola usare?

Anche se sembra difficile da pensare, eppure le pentole d’acciaio contendono tracce di nichel. Durante la cottura di cibi senza nichel potrebbe pertanto accadere che qualche particella si trasferisca dalla padella all’alimento, senza alcuna volontà.

Cuocere cibi all’interno di pentole in acciaio inox non è affatto prudente per chi soffre di questo disturbo. Anche perchè, la pentola senza nichel esiste, sarebbe quindi prudente utilizzarle e capire dove si compra questo tipo particolare di pentolame. Per le stesse ragioni, sopra indicate, bisognerà sbarazzarsi anche delle pentole smaltate e di quelle fatte in teflon.

Chi è intollerante al nichel non dovrebbe mai usare strumenti in acciaio inossidabile. Lo stesso tipo di astensione riguarda pure l’utilizzo di lattine di alluminio e l’impiego di carta stagnola per avvolgere i cibi, perchè fatta in alluminio.
Il contatto potrebbe essere deleterio e innescare una reazione allergica nell’individuo che mangia i pasti protetti con questo tipo di rivestimenti. Per conservare meglio i panini si consiglia di utilizzare la carta o al massimo una pellicola di cellophane.

Occhio ai capelli e alle creme

La vanità potrebbe giocare brutti scherzi quando si hanno problemi con questo metallo. In effetti prima di acquistare un qualunque cosmetico, sarebbe opportuno stabilire se all’interno siano contenute piccole percentuali di nichel. Se ci troviamo in un negozio sarà meglio chiedere direttamente all’addetta di consigliare una crema senza nichel o una tintura per capelli nichel free, come riportano molte etichette di prodotti di cosmesi.

Esistono delle utilissime applicazioni smartphone in grado di leggere in breve tempo il DNA di qualunque shampoo, tinta per capelli, oggetto di bellezza o altro ci apprestiamo a comprare. Sarà sufficiente leggere il Qr code per avere tutte le informazioni necessarie per capire se si tratta di prodotti nichel free per capelli o di creme potenzialmente pericolose.

Come si cura un allergico al solfato di nichel?

La migliore terapia è quella di allontanare ogni possibilità di maneggiare e avere a che fare con questo elemento nel corso della vita quotidiana. Conoscere a menadito quella che è la lista dei cibi contenenti il nichel e memorizzando l’elenco degli oggetti realizzati utilizzando questo materiale, accelererà la fase di guarigione. In alcuni casi, una delle possibili soluzioni, sarà quella di cambiare lavoro. Si tratta di situazioni limite, eppure se un sarto scopre di non poter più maneggiare aghi e bottoni che cosa farebbe?

E ancora…e se un fabbro o un elettricista scoprisse se dovrà usare sempre i guanti per svolgere alcuni lavori di precisioni, perchè non può entrare in contatto diretto con molti degli oggetti che utilizza regolarmente quando lavora, quali contromisure prenderebbe?
Tra i rimedi farmacologici più efficaci, in grado di curare più velocemente questo tipo di allergie, vi sono le creme a base di cortisone o altri tipi di pomate che hanno lo scopo di sanare la pelle traumatizzata dalla dermatite e spesso spaccata in più punti, a causa della forte irritazione della cute.

Intossicazione da metalli

Sappiamo bene come determinati alimenti sono capaci di intossicare l’organismo a causa dei residui metallici contenuti nelle loro carni. Il metodo più sicuro per disintossicarsi dai metalli pesanti è stato già ampiamente descritto in un articolo precedente. Lo scopo di questa lettura vuole essere rivolto principalmente al nichel, essendo sempre più numerosi i giovanissimi che ci contattano per sapere quale test fare per scoprire le allergie da contatto.

Anche se l’accumulo di metalli pesanti nell’intestino può essere deleterio se perdurato nel tempo, anche continuare a mangiare alimenti con nichel può essere negativo, se si ha sviluppato una intolleranza da nichel solfato. In alcuni casi clinici più estremi, gli effetti di questa allergia possono essere paragonati a quelli delle intossicazioni da metalli pesanti e risultare assai rischiosi per la salute.

Dieta senza nichel

Essere attenti a quello che si mangia è la base essenziale per mantenersi in forma ed essere felici. A seconda del proprio problema intestinale o allergico sarà essenziale seguire un menù specifico che rispetti quello che possiamo mangiare, evitando i cibi proibiti. Così come i soggetti con enterocolite e disturbi del colon dovranno seguire una dieta senza scorie alimentari, così anche chi mostra segnali di irritabilità al nichel dovrebbe seguire un regime alimentare nichel free.

La dieta per combattere l’allergia al nichel consiste appunto nel consumare soltanto i generi alimentari che non contengono Ni e quindi rispettare i consigli in cucina dei nutrizionisti per soggetti allergici.

Questa categoria di professionisti è molto ricerca oggi giorno perchè in grado di stimare una dieta personalizzata a seconda della tipologia di allergia manifestata. Chi lavora in questo campo, si fa spesso definire dietologo allergologo e propone costi di servizio proporzionati alle sue competenze effettive.

Quanto costa ricevere una dieta ad hoc a seconda che si ha un allergia al glutine o al cobalto, dipenderà da numerosi fattori, ma linea di massima, soltanto una consulenza on line può risultare davvero economica e ugualmente di qualità, perchè consente al professionista del peso di ammortizzare numerosi costi.

Cosa possiamo mangiare se non si tollera il nichel?

I cibi con nichel sono tantissimi pertanto, per una maggiore precisione e per facilitare la memorizzazione dei dati, da parte di chi legge questo articolo, offriremo una divisione per categorie. In questo modo sarà più facile capire che tipo di frutta mangiare, quali verdure preferire, se si può mangiare la pasta e tante altre informazioni e curiosità se soffri a causa del nichel.

Quali cibi contengono il nichel?

L’alimentazione mediterranea è ricca di piatti che possono contenere tracce di nichel, per questo, quando mangiamo al ristorante è sempre meglio specificare questo problemino. Anche perchè gli alimenti senza nichel esistono ed è possibile trovare una valida alternativa a spezie e specialità culinarie a cui pensavamo di non poter rinunciare. Rispettare la regola di mangiare solo cibi privi di nichel è la prima norma di buon senso che dovrebbe avere la nostra dieta.

I prodotti senza nichel esistono, impariamo quindi a conoscerli e ad inserirli adeguatamente nella nostra piramide nutrizionale di ogni giorno.
Attraverso una tabella, che illustreremo più in basso, riporteremo tutti gli alimenti che contengono nichel e un elenco di quelli con una percentuale ridotta, sino ad indicare i cibi che non ne hanno proprio.

Quali verdure mangiare

Esistono vegetali privi di nichel, ugualmente validi sul piano nutritivo, al punto che, in caso di allergia, sarebbe auspicabile assumere con regolarità.
Innanzi tutto facciamo chiarezza sui broccoli perchè molte persone li mangiano convinti che non contengano affatto nichel, se non in piccolissime percentuali. Invece non è affatto così, perchè i broccoli, compresi i broccoletti di Bruxelles sono ricchi di Ni, quindi attenzione o il rischio di stare male diventa più concreto.

Una buona alternativa a queste verdure crucifere potrebbe essere il kamut che invece rientra nella lista dei vegetali che non hanno nichel.
Che fagiolini, piselli e ceci contengano nichel è abbastanza noto, a differenza dei vegetariani che nella loro dieta hanno un ingrediente molto irritante per chi non tollera il nichel, come appunto la soia. Questa pianta erbacea rampicante, appartenente alle Leguminose, contiene nichel e per questo va tenuta alla larga dai nostri piatti.

Una piccola precisazione per tutti coloro che non mangiando carne, cercano dei piatti alternativi per sopperire al bisogno proteico quotidiano. Parliamo di zenzero, farro e quinoa, ovvero di cibo assai graditi dal Mondo vegan, su cui è giusto spendere due paroline in più, per capire se fanno bene o male per chi ha problemi con il nichel. Ottime notizie per loro, visto che nè la pianta Zingiberaceae proveniente dall’estremo Oriente, che il farro o la sud americana quinoa, rientrano nell’elenco dei cibi da eliminare dalla tavola.

Anche i carciofi hanno il nichel e lo sanno bene coloro i quali dopo averli mangiati, manifestano sintomi come flatulenza e pesantezza di stomaco.
Un po’ meno intransigenti si può essere invece con i funghi e le melanzane, visto che posseggono un contenuto molto basso rispetto ad altre verdure più “metalliche”, come appunto i peperoni.
Sui pomodori, cibi per in assoluto contengono moltissimo nichel, ci sono grandi novità. Sono stati infatti incrociate delle qualità con bassissimo contenuto di nichel e nel caso di pomodori ogm, è possibile persino sperare di abbatterlo del tutto. Una vera novità per chiunque non abbia mai potuto mangiare un bel piatto di pasta al sugo, a causa della propria allergia.

Quelli che troviamo sul mercato italiano restano però il tallone d’Achille per tutti quelli che soffrono di intolleranza al nichel, alla stregua di carote e carciofi, spesso sottovalutati, ma anche loro assai abbondanti in questo elemento.
Se invece volete essere sicuri di non fare male al vostro colon e mangiare vegetali ugualmente saporiti, potreste puntare alle zucchine, ovviamente cotte da sole e senza spezie o farine particolari, di cui ci occuperemo più avanti.

Che tipo di frutta mangiare

Per non rischiare di esclamare “sono alla frutta”, perchè intossicati a tal punto da non riuscire a trovare una soluzione per ripulirsi e recuperare le piene funzionalità intestinali, meglio sapere quale frutti hanno nichel e quali non ne contengono nemmeno un poco.
Lo scopo di questa sezione d’articolo è dimostrare ce la frutta senza niche esiste ed è possibile seguire una dieta disintossicante senza rinunciare ad un così delizioso prodotto naturale.

Attenzione assoluta all’ananas, perchè ha gran quantità di nichel nella stessa polpa, anche se i pericoli, nel caso dei frutti che troviamo sui banconi del mercato, possono venire anche dall’ambiente e dall’inquinamento prodotto. Come avrete intuito, è molto facile che, per far resistere dei deliziosi pasti così nettarini, dalle attenzioni non gradite di insetti e altri animaletti, l’uomo è solito usare dei prodotti chimici, che finiscono spesso per contaminare di nichel quello che mangiamo a conclusione di un pasto o come merenda.

Piogge chimiche e anticrittogramici possono favorire l’accumulo di residui metallici anche sulla buccia di frutta che ne dovrebbe essere priva. Molte persone che credono di avere un’allergia al melograno dovrebbero iniziare a sospettare che siano altre le cause del loro soffrire. Può accadere quindi che si mangi un melograno e si abbia un’allergia, anche se questa frutta non contiene nichel in maniera esplicita.

Le ragioni potrebbero essere collegate con il trattamento chimico a cui è sottoposto l’albero di melograno, finalizzato a farlo crescere il più prosperoso possibile e venderlo così a un prezzo superiore.

Se cercate un frutto per la vostra dieta dimagrante, ricordatevi della vostra allergia e qualora sceglieste un regime alimentare basato sull’anguria dovrete essere piuttosto accorti, visto che non può essere annoverata tra quei frutti che non possiedono nikel.
Eliminate in maniera istantanea invece ciliegie e scegliete piuttosto le colleghe fragole, anche quando dovete scegliere uno yogurt adatto alle vostre esigenze alimentari. Idem per i kiwi, davvero nocivi per gli allergici al nichel.

Occhio se fate sport, perchè frutti come banane e pesche, validissime sotto altri piani nutrizionali, possono creare ben più di un problema a causa della presenza abbastanza rilevante del metallo, al centro di questo studio. Provate a sostituirle con delle castagne che, anche se associate a qualcosa di più pesante, se consumate in dosi limitate, sono facilmente digerite anche da colori i quali non tollerano il nichel nel corpo. Ora che sapete dove si trova il nichel nella frutta, passiamo ad un’altra categoria molto cara ai lettori più golosi: quella dei dolci.

Ecco una lista di dolci senza nichel

Chi credeva che non potessero esistere dei menù con dolci nichel free dovrà ricredersi, visto che il mercato agro-alimentare è in continua evoluzione e sempre pronto ad adattarsi alle esigenze espresse dai consumatori.
Non è certo un caso se si è assistito ad un boom di biscotti senza nichel anche se non si è riusciti a sfatare un altro taboo sul cioccolato.

Ebbene no, tutti i dipendenti da glucosio possono fare il segno della croce, perchè il cioccolato senza nichel ancora non esiste. L’unica accortezza che possiamo avere per limitare i danni, sarebbe quella di comprare un cacao biologico, in modo da essere più garantiti sulla qualità del terreno in cui è stato coltivato, avendo quasi la certezza che al suo interno vi siano altri metalli potenzialmente pericolosi.

Di ricette di biscotti con fecola di patate ne è pieno il web. E’ possibile prendere degli ottimi spunti per assaporare dei dolcetti senza nichel a colazione, senza rinunciare al gusto. La patata, tubero per antonomasia senza nichel, oltre che per la creazione di farine e quindi di paste più leggere, può essere impiegato anche per un breakfast very light.

patate lesse

Quale farine usare se si è soggetti allergici?

Assodata l’ostilità verso la farina di frumento, anche chi non ha un buon feeling con il nichel potrà mangiare la pasta e prodotti di panificazione, a patto di scegliere la giusta base dell’impasto. La scelta di farina di fecola, derivata dall’amido delle patate, è la risposta vincente quando si ha questo tipo di deficit alimentare. Se la fecola di patate è considerata troppo “polverosa” e quindi non piacevole al palato, potremo sempre optare per delle farine di riso, più simili a quelle a cui siamo abituati tradizionalmente.

Le gallette di mais, anche se non considerate un cibo nichel free, hanno dimostrato solo in rarissimi casi di essere mal sopportate dall’organismo.
Un’altra attenzione che potremmo avere in fase di acquisto, riguarda la modalità con cui si certifica di aver lavorato il prodotto finale. Dall’etichetta della farina possiamo evincere se si tratti di un alimento lavorato sulla pietra o sul metallo. Anche se il prezzo di questa specifica tecnica di lavorazione sarà maggiore, converrà spendere qualche euro in più, pur di soffrire meno e ritrovare il sorriso quando siamo a tavola.

Gli effetti che può avere l’ingestione prolungata di una farina sbagliata, non idonea al proprio organismo, possono essere molto negativi.

Dove comprare i prodotti senza nichel?

Sono 2 le strade che puoi percorrere se cerchi dei pasti senza nichel. La prima sottende l’uso di internet visto che, attraverso una lista come quella presente in questo articolo o attraverso una ricerca più precisa, è possibile sapere quali negozi vendono i prodotti nichel free e quali pietanze hanno invece residui di questo metallo al suo interno. Per essere certi che un prodotto sia valido e non dannoso, il consiglio è quello di inserire nella stringa di ricerca di google il nome dell’elemento e quindi il termine di ricerca “nichel”.

Le query poste al motore di ricerca più importante del Mondo, la cui verità è ancora da scoprire, assumeranno una formula tipo “arance nichel…fagioli nichel…pesche nichel” e così via.

Altro sistema per comprendere se una confezione o un barattolo contenente cibo, che siete in procinto di acquistare al supermercato, possiede o meno nicher, è quello di saper leggere bene l’INCI, ovvero l’etichetta. Destate particolare attenzione quando leggete siglie come “NI” o leggete di eventuali residui metallici in fase di preparazione, perchè rappresentano un segnale d’allarme abbastanza chiaro per desistere in quel tipo di spesa.

Ad ogni modo gli ipermercati più grandi, soprattutto all’estero, dispongono di isole di prodotti specifici per chi soffre di alcune tra le allergie più diffuse. Chi è allergico al nichel, così come chi  potrà in questo

Si può dimagrire senza nichel?

In linea teorica non ci sarebbe alcun collegamento tra la perdita di chili di peso e l’assunzione di un elemento come il nichel, ma in linea decisamente più pratica la questione cambierebbe un pochino. Quando noi continuiamo a intossicare il corpo umano con una sostanza a cui non è predisposto, non possiamo illuderci che il nostro organismo tolleri all’infinito questo abuso alimentare.

Di conseguenza quando andiamo ad eliminare i cibi con nichel noteremo che inizieremo molto probabilmente a dimagrire, visto che le allergie possono spesso causare gonfiori addominali o rallentare a tal punto la digestione, da farci ingrassare senza che vi sia un aumento della quantità di cibo consumata.
Le ragazze che leggono queste pagine possono tirare un sospiro di sollievo e sperare che sia questa la giusta chiave per ritrovare la propria forma fisica. Troppo spesso abbiamo visto delle donne mettere su una pancetta niente male, a causa di un’intolleranza alimentare trascurata.

Il consiglio è di eseguire un test allergologico e una volta scoperti quali sono i cibi proibiti, sperare di diventare più snelle, semplicemente non mangiando più quella verdura o frutto a cui siamo risultati intolleranti.
Esistono regimi alimentari per ogni gusto, comprese diete nichel free senza prodotti animali o quelle ipocaloriche che non prevedono l’integrazione di nichel. Soltanto un dietista esperto potrà consigliarvi cosa mangiare, essendo sicuri di non lamentare alcuna controindicazione.

Quanto tempo occorre per disintossicarsi dal nichel

Possono bastare anche solo 4 settimane, per osservare evidenti segnali positivi. La chiave del successo nella terapia è data da 3 fattori, in particolare:

  • il controllo di una dieta specifica;
  • la velocità nell’accorgersi di non tollerare il nichel;
  • la volontà di fare alcuni sacrifici;

Una volta che abbiamo raggruppato gli alimenti che fanno bene, distinguendoli da quelli che è meglio evitare, siamo solo a metà dell’opera. Ogni concessione che ci faremo, sarà l’alibi per non guarire mai del tutto. E’ possibile che dopo un periodo, anche lungo, di trattamento anti nichel, in cui seguirete una dieta specifica per risolvere questo problema, risulterete definitivamente curati, al punto da poter tornare a mangiare tranquillamente i pomodori. Eppure consumare piatti in cui vi è nichel o altri cibi a cui siamo non predisposti a livello fisico, significa ritardare i tempi per disintossicare il corpo.

Altra regola da non dimenticare se vogliamo superare un’allergia è che prima ci accorgiamo della sua esistenza, prima potremo prendere le dovute contromisure e quindi rendere più rapidi i tempi per stare bene. Non sottovalutiamo i sintomi di un male, ma soprattutto informiamoci, ora che attraverso internet è molto più facile. Riuscire a comprendere che cosa ci sta comunicando il corpo è un metodo vincente per velocizzare i tempi di guarigione.

Allo stesso tempo, sottovalutare un mal di pancia che si ripete o non dare peso a qualche brufoletto di troppo, giustificando il tutto con lo stress o l’arrivo del ciclo mestruale, equivale a prendersi in giro ed essere ciechi di fronte ad un problema di allergie da contatto o di origine alimentare.

Altra caratteristica essenziale nella terapia per curare l’intolleranza da nichelio è la capacità di compiere dei sacrifici. Non è facile rinunciare da un giorno all’altro ad un piatto di cui andavamo ghiotti o convincere il nostro cervello a comprare delle pentole nuove e buttare quelle che avevamo in dispensa, perchè realizzate con leghe di nichel. Il percorso di cura per le allergie implica una responsabilità mentale non indifferente. La forza di volontà e lo spirito di sacrificio possono essere le armi in più per disintossicare il corpo in tempi inferiori ai canonici 6 mesi.

L’idrocolonterapia può velocizzare il recupero delle giuste informazioni a livello dei tessuti, ma se non dimostriamo a noi stessi di potercela fare ed essere in grado di compiere rinunce, la strada si rivelerà più lunga e accidentata del previsto.

Per le persone più insicure e più agitate si suggerisce di seguire qualche corso di yoga ayurveda. Siamo sicuri che la serenità mentale, resa possibile da questo tipo di attività, possa apportare importanti benefici anche sul pianto della fiducia personale nelle nostre capacità.
Stesso discorso per giochi di concentrazione come gli scacchi e il Mah Jong, assolutamente consigliati per chiunque ricerchi i giusti stimoli per perseverare nelle diete anti nichel.

mani che fanno ok

Chinesiologia e difficoltà alimentari


Uno tra i sistemi preferiti dalla dottoressa Racanelli resta quello dell’utilizzo dei principi chinesiologici per valutare il grado di tolleranza dell’intestino di fronte a determinati alimenti. Il principio su cui si basa questa tecnica è molto semplice, perchè punta a comprendere eventuali interferenze che si frappongono tra le frequenze sonore legate alla pronuncia di un cibo e la volontà dell’organismo del paziente di ricevere quella sostanza. Non esistono degli apparecchi complicati in grado di verificare se un cibo può essere intollerante o meno per un soggetto, ma solo la sensibilità da parte dell’operatore che effettua i test chinesiologico.

La durata di uno studio chinesiologico

Andare in un centro che si occupa di chinesiologia è un’esperienza estremamente interessante perchè ti relaziona in modo differente a quella che i dietologi definirebbero un’analisi alimentare, a tutti gli effetti. Verificare attraverso un test mucolare come il corpo risponde agli stimoli sonori è lavoro che va fatto con attenzione e solo da un professionista responsabile, possibilmente già inserita nell’albo dei chinesiologi e che pratica queste tecniche già da svariati anni.

Il tempo che la dottoressa Racanelli dedica a questa operazione è di circa 45 minuti, analizzando con attenzione la condizione fisiologica rispetto a vari input alimentari.
Il chinesiologo può utilizzare questa tecnica per rendere ancora più precisa un’indagine iridologica, utilizzando oltre alle informazioni dedotte dalla condizione delle iridi, anche quei dati provenienti dal nostro inconscio. A differenza di un test d’intolleranza come il “vega”, prenotare una visita basata sul bio-feedback è molto più semplice, anche perchè consentirà di ottenere le stesse informazioni di una colonscopia o di una “impegnativa” gastroscopia, senza tutti quegli sforzi.

A differenza dei test da ospedale, se desiderassi sottoporti a questa prova muscolare per conoscere che cosa tolleri a tavola, non sarà necessario arrivare nel Centro, rigorosamente di mattina e a stomaco vuoto. Se sei interessato, puoi richiedere un appuntamento al numero 0805019934

In che cosa consiste il test attraverso i muscoli?

Si tratta di una prova rivolta a tutti coloro i quali hanno a cura il proprio organismo e sono giunti alla consapevolezza non solo che non tutti i cibi sono uguali, ma che non esistono alimenti “universalmente” riconosciuti come sani. E’ una disciplina che deriva da diverse specialità mediche, tra cui: la gastroenterologia, la dermatologia e l’allergologia.

Chi si interessa di kinesiologia sa bene come anche la verdura più genuina, come delle belle cime di rapa appena colte, o una lattuga biologica, possa risultare “fastidiosa” sotto il profilo digestivo, per determinati soggetti. Quando si parla di intolleranza a un alimento, se non proprio di allergia, si intende una difficoltà più o meno grave di assimilazione dei cibi, al punto da diventare pericolosa per l’organismo.

Il creatore di questa metodologia è George Goodeart che a metà degli anni ’60 si interessò alle reazioni che potevano avere i muscoli del corpo, in funzione a determinati stimoli, anche di origine biochimica o vocale. Attraverso una serie di esperimenti e altrettante conferme, il chiropratico è riuscito a tracciare un bio-feedback, utile a decifrare il corpo, interrogandolo su vari argomenti.

Il test effettuato sui muscoli, nel centro d’idrocolon terapia Heliantus, servirà a sapere quali alimenti sono considerati utili dalla nostra parte più istintiva, prima che l’intelletto contamini questo giudizio con false convinzioni o complicati processi logici che conoscono poco di quello che ci fa sentire realmente bene e in forma.
Le risposte fornite dai nostri muscoli ci aiuteranno a valutare se ad esempio il formaggio fa bene all’organismo o se fa male, ma  può essere impiegato per domandare qualunque cosa a noi stessi, con il vantaggio di ricevere una risposta “senza filtri” e più sincera.

Quando la dottoressa fa sedere il paziente, chiedendogli di unire indice e pollice della mano destra, come a formare un anello (o la classica posizione dell’ok, per intenderci meglio), gli impulsi elettrici indeboliranno la presa del soggetto, ogni qual volta verrà pronunciato il nome di una verdura o di un pasto non apprezzato dal nostro “sè instintivo”. Al contrario, quando dopo aver esplicitato il nome di un vegetale, si cercherà di allargare la presa serrata tra l’indice e il pollice e si incontrerà una certa resistenza, si avrà la conferma di come quell’alimento non indebolisca il nostro organismo e possa di conseguenza far parte della nostra dieta.

Il principio su cui si basa il metodo chinesiologico è che quando la parte più inconscia non è d’accordo con quanto affermiamo, si genera un contrasto sotto il piano elettrico, tale da diminuire la potenza del muscolo.
Perchè questa prova risulti efficacie è fondamentale che colui che si sottopone ad una visita chiropratica eserciti sempre la stessa forza, durante ogni test.

Intollerante agli obesi

Si tratta di un titolo provocatorio, atto ad evidenziare come correggendo la propria dieta, senza per questo rinunciare a mangiare, ma semplicemente eliminando dal regime nutrizionale quei cibi a cui, attraverso un test chinesiologico, scopriamo di essere intolleranti, potremo perdere svariati chili, sena fatica. In questo caso, dimagrire diventa una necessità per l’organismo, perchè liberato di quelle tossine che, accumulate per anni tra le anse dell’intestino, potrebbero essere cacciate all’esterno solo attraverso una colon terapia.

Immaginate il sollievo per il nostro apparato gastro-intestinale quando raggiungeremo questa consapevolezza, grazie al sistema chinesiologico applicato all’alimentazione. Il nostro colon ci ringrazierà, rendendo la nostra pelle più elastrica ed idratata e le nostre evacuazioni più regolari, perchè finalmente interromperemo questo programma di avvelenamento, legato all’assunzione di pietanze ostili, di cui non eravamo consapevoli.

Obiettivo della chinisielogia applicata alla dieta

Ascoltare quello che ci suggerisce la parte più profonda del corpo, indipendentemente da quelle che coso le nostre preferenza a tavola o le nostre convinzioni in cucina. Anche un soggetto che non ha  manifestato alcun sintomo di intolleranza da cibo per anni potrebbe, un dato giorno, non sopportare più la presenza di certe sostanze nel colon.

L’abilità del dottore consiste nel vagliare i segnali provenienti dai muscoli e prescrivere una dieta equilibrata, eliminando tutti gli allergeni, potenzialmente pericolosi, senza privare l’individuo di elementi nutrizionali essenziali.
Per favorire un mantenimento del peso corporeo ed un tono muscolare adeguato, sarà utile integrare nella dieta anche adeguati oligoelementi.

Per ottenere risultati ancora più precisi sarà auspicabile incrociare questi dati, con informazioni su eventuali disturbi gastrointestinali avuti in passato, avuti in prima persona, o nel contesto della famiglia. Per valutare i vantaggi di questo nuovo regime alimentare, sarà importante iniziare una dieta di evitamento, cercando di isolare, per un certo arco di tempo, un cibo per volta ed ottenere un quadro più preciso sulla salute del paziente e su come aiutare la flora batterica del suo intestino.

Le conseguenze di un intolleranza in cucina

L’aumento di peso corporeo non è l’unico modo con cui si manifesta una reazione avversa nei confronti di un cibo. Esistono numerosi disturbi intestinali, come diarrea o un’irritazione sulla pelle che possono essere favorite dall’incapacità di tollerare uno specifico alimento. Sottoporsi periodicamente a questo tipo di controlli risulta essenziale per mantenere in salute il corpo ed evitare di accumulare nel tubo digestivo fonti d’infiammazione che possono costituire solo l’anticamera di una colite o di una dissenteria cronica.

intolleranze-alimentari

Intolleranze alimentari e predisposizione genetica

 

Ancora un esempio di buona televisione da Rai 3. Dopo aver tesso le lodi di Presa Diretta, per il servizio sulla dieta Longo, è il turno di Report, condotto dalla bravissima Gabanelli. La puntata trasmessa domenica scorsa, in prima serata, intitolata “Il Genoma vien mangiando” è stata vista da oltre 2,2 milioni di spettatori, raggiungendo uno share televisivo superiore al 10,7%.

L’argomento  principale del servizio, firmato da Stefania Rimini, è stato lo stretto legame tra intolleranze ai cibi e il nostro patrimonio genetico. Si è spiegato approfonditamente, in appena 12 minuti che consiglio a tutti i lettori di Heliantus, cliccando nel link a fine paragrafo, come un’intolleranza a dati alimenti, come nel caso del glutine, ma anche del lattosio, possa dipendere non tanto da fattori esterni, ma dal nostro DNA.

I nostri geni stabiliscono così quali pietanze sono più utili al nostro organismo e quali più “pesanti”, una regola di cui dovremmo tenere conto, a meno che non vogliamo assistere ad un metabolismo lento, con tutto quello che questo può comportare in termini di sforzi intestinali.

 

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Il digiuno di un giorno fa bene

Lo sostengono prestigiosi dottori e genetisti, perchè è in grado di cancellare le informazioni negative interne alla cellula e di stimolare una migliore crescita cellulare. Soltanto un “regime calorico ridotto”, che perduri per un periodo superiore ai 2 giorni, potrebbe diventare qualcosa di più delicato da gestire, necessitando il sostegno di un personale esperto.

Per questa ragione la dottoressa Racanelli, grande conoscitrice di diete e studiosa degli allergeni, abbina ad ogni ispezione iridologia anche dei consigli alimentari, necessari per godere di successi più duraturi. Un digiuno di una settimana può apportare vantaggi sensazionali al corpo umano, legati ad una pulizia completa dell’intestino e l’eliminazione di tutte quelle tossine che vanno a intasare il condotto digestivo.

Gli effetti benevoli di un digiuno controllato sono notevoli e possono essere in parte paragonati a quelli dell’irrigazione intestinale prodotta quotidianamente, attraverso acqua dinamizzata e nel medio lungo periodo, a livello di tutto l’organismo, tramite idrocolonterapia. La delicatezza nell’intenzione di prolungare un digiuno per 3 giorni è connessa con il rischio di bruciare, oltre che massa grassa, anche una percentuale di massa muscolare. Di qui la necessità di farsi seguire da un’esperta di diete in grado di consigliare, oltre al giusto quantitativo di sali minerali, anche il necessario apporto di proteine che impedisca il “consumo del muscolo”.

Allergie e prove chinesiologiche

Nel Centro del Benessere del corpo e dell’armonia mentale più importante della Puglia, che risponde al nome di Heliantus, prima di ogni seduta d’iridologia vengono effettuati dei test chinesiologici per scoprire il grado d’intolleranza dei soggetti nei confronti degli alimenti, onde garantire che quello che introduciamo nella nostra bocca non si trasformi in veleno per il nostro colon.

Riuscire ad avere un quadro delle intolleranze alimentari è indispensabile per curare qualsiasi male, perchè il cibo è quello che ci serve per vivere, ma anche la causa del nostro soffrire, se non diamo importanza a quello di cui ci nutriamo. Così come il dottor Lucchini, durante la puntata di Report esaltava la validità di un test sul DNA, come sistema per scoprire i “cibi cattivi”, utilizzando il filtro dei nostri geni, anche le prove cinesiologiche possono dire moltissimo, in maniera più rapida e semplificata quali pietanze sono dannose e insegnarci che eliminandole dal nostro regime alimentare, non solo ridurremmo la quantità di massa grassa, ma aumenteremmo anche le possibilità di vivere meglio.

Il benessere attraverso i cibi buoni

genetica-e-alimentazioneNon è vero che esistono degli alimenti dannosi per tutti o alcuni che fanno sempre bene. La parola “dieta” e l’avverbio di tempo “sempre” non vanno molto d’accordo. Il cibo, a dispetto di quanto possa farci pensare il suono di questo termine, fa rima molto più con genetica.

Concetto espresso molto bene nella puntata “Il genoma vien mangiando”, in grado, tra l’altro, di spiegare come 2 individui, pur introducendo la stessa quantità di cibo e i medesimi alimenti, possono reagire diversamente, ovvero uno ingrassando e l’altro riducendo la percentuale di lipidi nel corpo.

La spiegazione di questi “strani fenomeni alimentari” è legata alla nostra evoluzione umana, in quanto figli degli stessi uomini primitivi che trascorrevano le proprie giornate muovendosi per cacciare animali o per raccogliere frutta dagli alberi. Un diario evolutivo che ha caratterizzato la giornata tipo, della specie da cui deriviamo, per milioni di anni, modificato soltanto in tempi recenti, quando l’essere umano si è “inventato” agricoltore e allevatore. Un tema questo, assai caro ai fruttariani, i quali sostengono, come l’uomo non si sia ancora adattato a questo cambiamento radicale di vita e risulti di fatto “intollerante”. La prova più concreta di questo “disadattamento” è data proprio dall’esistenza di variabili genetiche non ancora abituate a mangiare così tanta pasta o quantità così elevate di latte.

Siamo l’unico mammifero che beve un latte proveniente da un’altra specie ed è ormai acclarato come, una volta superata la primissima fase dell’infanzia, l’assunzione di lattosio possa ritenersi ininfluente, se non dannosa, per lo sviluppo del nostro corpo e la nostra sussistenza in quanto esseri umani.
Una volta compresi da quali cibi tenerci lontani a tavola, dopo esserci sottoposti ad un’analisi chinesiologica o ad un accurato test genetico, dovremo rispettare con rigore queste indicazioni. La nostra dieta della salute terrà in considerazione quindi del nostro essere ancora “primitivi” e poco evoluti, come agricoltori e della nostra ancora forte tendenza ad accumulare calorie, perchè inconsapevolmente vicini, ai nostri antenati di Neanderthal, soliti a camminare per giorni, prima di assumere un pasto.

La lentezza nel digerire determinati nutrimenti è la risultante di “intestini primordiali”, non progettati per mangiare in ogni momento e lavorare cibi così raffinati.
Sarà importante allora leggere il gruppo sanguigno e assecondare la nostra natura genetica, limitando anzi la quantità di cibo assunto, sperimentando il digiuno controllato. Solo in questo modo sarà possibile arginare lo sviluppo di intolleranze e ammalarci con sempre minore frequenza.

Per maggiori informazioni sulla pulizia dell’intestino tramite digiuno controllato, si prega di scrivere a info@heliantus.it

Analisi delle intolleranze alimentari

L’importanza delle analisi delle intolleranze alimentari

Sempre più persone sviluppano reazioni allergiche a seguito dell’assunzione di determinati cibi. Pensare che circa la metà della popolazione italiana mostra delle forme di intolleranza più o meno accentuate nei confronti del lattosio e che i casi d’intolleranza al nichel sono in costante crescita, dà l’idea dell’importanza che possono avere i test per intolleranze alimentari sulla salute delle persone.

Non occorre essere ricoverati in ospedale per uno schock emofiliaco per capire che è arrivato il momento di sottoporsi ad esami specifici e controllare lo stato degli anticorpi presenti nel nostro sangue.
Una reazione d’intolleranza è un meccanismo subdolo che può colpire chiunque in qualsiasi momento della nostra vita. Il fatto che sino al giorno prima quel dato nutriente facesse parte della nostra dieta quotidiana, non si rivela un dato sufficiente per stabilire che non saremo manifesteremo mai una reazione allergica a quel dato alimento.

La poca tolleranza del nostro organismo, dopo l’ingestione di un dato elemento, può essere molto dura da avvertire, perchè potrebbe mettersi in evidenza solo nel lungo periodo. Quella che in un primo momento può essere una lieve sensazione di pesantezza, nel giro di un mese potrebbe esplodere in un disturbo clamorosamente grave e doloroso. 

Allergico o intollerante?

Parte della distinzione riguarderà proprio la tempistica con cui si palesa questo “malessere”. Nel caso di allergia, la nostra cute potrebbe riempirsi di foruncoli, anche appena aver finito il immesso nella bocca il cibo incriminato. Potrebbe accompagnare il paziente per tutta la sua esistenza, costringendolo ad un’attenzione spasmodica volta a non ingerire mai gli allergeni.

Si tratta di una risposta del sistema immunitario agli agenti esterni, riconosciuti come pericolosi per l’equilibrio vitale, e per questa ragione aggrediti dalle nostre difese, che reagiscono attraverso la produzione di anticorpi. E’ proprio dallo scontro tra questi anticorpi e gli allergeni contenuti nella pietanza assunta che si genera istamina e quindi la reazione allergica. Nel caso di intolleranza da alimenti il processo potrebbe essere molto più lento e potrebbe persino arrestarsi, momentaneamente, quando l’alimento non viene inserito più nel nostro regime alimentare.

Potrebbe però ripresentarsi e ipoteticamente anche in forma più scatenante, quando viene nuovamente mangiato. A differenza di chi ha un’allergia, i pazienti intolleranti potrebbero introdurre dosi ridotte di quel nutriente, tranne se caso di soggetti celiaci o con serie difficoltà nell’assunzione orale di prodotti contenenti solfito.

Andare in farmacia e far un test non basta

Anche se vengono venduti moltissimi test per le intolleranze da cibi, sotto forma di farmaci da banco, la scarsa tolleranza a specifici alimenti, necessita di prove che solo i laboratori specialistici possono garantire. Anche se non vi sono controindicazioni particolari nel sottoporsi a questi esami, i maggiori rischi sono legati ai rischi di sottoporsi a questi test fai da te.

La possibilità di seguire autonomamente dei protocolli alimentari sbagliati possono generare conseguenze anche peggiori sulla salute intestinale dei pazienti. Rivolgersi a strutture dove poter fare test intolleranze alimentari è fondamentale per non incorrere in brutte sorprese. Escludere degli elementi nutritivi, sotto forma di alcuni piatti, per un certo periodo significa doverli sostituire con altri alimenti di fronte ai quali non mostriamo intolleranze. Fare questo significa avere le conoscenze nutrizionali per non generare scompensi a livello dell’organismo.

Non si tratta di un’operazione banale, perchè non possiamo permetterci di favorire l’origine di carenze nutritive di alcun genere. Soprattutto nei casi di pazienti con allergia alimentare molto marcata, ricorrere a test acquistati online e condotti senza la consulenza di una figura medica esperta, potrebbe risultare rischioso dal punto di vista della salute. Condurre test da soli, nel migliore dei casi, può portare a sottovalutare un problema o al contrario a creare inutili allarmismi, rischiando di rovinare l’umore nostro e la serenità delle persone che ci circondano.

I vantaggi di un esame così accurato

Sottoporsi a test d’intolleranza presso un laboratorio d’analisi vuol dire fare un vero check up della propria condizione di salute. Attraverso la corretta procedura applicativa si potranno ricevere informazioni utilissime per la prevenzione e cura di patologie, apparentemente slegate dall’alimentazione.

Eppure la dieta è la prima forma di tutela che abbiamo nei confronti del nostro corpo ed è da qui che dovremmo partire per curare disturbi o creare solidi presupposti per non dare origini a pericolosi stati d’irritazione gastrointestinale.
Sottoponendosi a prove allergologiche è possibile curare disfunzioni nel metabolismo e quindi combattere forme di obesità. Questi test riescono a risolvere non solo problemi associati a gastriti o alle vie renali, ma anche patologie cutanee o cefalee, spesso connesse a stati di tensione emotiva irrisolti.

Il test delle intolleranze alimentari è doloroso?

Mai. In nessun caso. Ad ogni caso si suggerisce un approccio chinesiologico per aver un quadro più definito di quello che gli alimenti spesso non dicono attraverso la pelle e quindi reazioni cutanee come sfoghi o rossori, ma che comunicano ugualmente al nostro cervello. Gli esami per intolleranze alimentari su base chinesiologica spiegano benissimo la concezione olistica del corpo macchina e di come l’apparato celebrale possa decodificare anche a livello inconscio ciò che percepisce come dannoso e riesce a comunicarcelo visivamente attraverso una maggiore debolezza muscolare. Il cibo è energia, ma soltanto quando fa parte di una dieta sana, altrimenti può trasformarsi, paradossalmente in fonte di debolezza.

Si consiglia a chiunque voglia recuperare la piena capacità del proprio corpo e muscoli di realizzare questo test, anche perchè ha un costo molto contenuto e permette di spiegare molto sui nostri bisogni di cibo. Ricordandoci sempre che un cibo “buono” non è solo quello considerato tale dalle nostre papille gustative, frutto di retaggi culturali, improntati sull’alimentazione animale, ma quello che restituisce maggiore energia di vita.

La possibilità di accompagnare ad una visita di allergologia, basata sulla chinesiologia, anche la lettura della mappa dell’iride ed eventualmente della sclera dell’occhio, fornirà ulteriori spunti d’analisi per iniziare una cura rivoluzionaria votata alla trasformazione della bocca da strumento di masticazione a risorsa per sorridere.