Lo studio sui bambini autistici del dottor Antonucci

 


Tra i più importanti collaboratori del Centro Heliantus di Bari vi è il dottore Nicola Antonucci, da sempre impegnato nello studio e nella cura dell’autismo infantile. La centralità dei fattori nutrizionali nel manifestarsi dell’autismo ha creato un evidente sintonia tra i trattamenti del dottore e dell’esperta di iridologia, nonché operatrice di idrocolonterapia, Rosa Angela Racanelli.

Questa collaborazione professionale ha permesso di evidenziare ancora di più come la nostra dieta alimentare possa influenzare non solo disturbi intestinali, ma condizionare lo sviluppo di patologie neuronali, come viene tradizionalmente considerato l’autismo.

Questo articolo vuole rappresentare un omaggio all’intenso lavoro portato avanti da Antonucci e avvicinare i lettori del nostro blog alla scoperta di un punto di vista “rivoluzionario” nella cura dell’autismo nei bambini. Molto probabilmente è proprio qui la causa delle tante critiche che ricevono gli studi su autismo e alimentazione, perchè vanno a intaccare gli interessi economici e quindi in un certo senso il potere della medicina classica e il suo dominio anche sul piano dell’informazione.

L’efficacia dell’idrocolonterapia nel trattamento della pulizia dell’intestino e quindi nella cura di problemi di infiammazione connessi con l’autismo ha avvicinato sempre più il dottor Antonucci al centro Heliantus, al punto da elaborare la convinzione che tra i vari vantaggi l’idrocolonterapia aiuti a guarire dall’autismo.

Malattia del corpo e non della mente

La tenacia con cui alcuni dottori hanno cercato di approcciarsi in maniera differente allo studio dei disturbi autistici ha permesso di superare definitivamente l’ipotesi che l’autismo nei bimbi avesse un origine psicologica o dipendesse esclusivamente da fattori legati ai geni. La conclusione a cui sono giunti prestigiosi medici è che la genetica possa influenzare la sua manifestazione, ma sempre in combinazione con cause di natura ambientale.

Che cos’è l’autismo

Il dottor Antonucci lo definisce come una encelofapatia multisistemica, la cui presenza è legata a svariati fattori. Tra le caratteristiche principali si ritrovano le disgregazioni immunologiche e di tipo infiammatorio, ma anche alterazioni ed ossidative e dovute ad un’esposizione a sostanze tossiche ambientali. Sono molte le metodologie sperimentali avanzate nella cura e trattamento dell’autismo che vi ritrovano delle connessioni tra bambini malati, cibi che mangiano e situazioni ambientali a cui vengono esposti.

Si tratta di un disturbo biologico che riguarda il cervello, un danno evidente che si può osservare attraverso lo studio nuoronale e analizzando il funzionamento dei neurotrasmettitori di questi neuroni.
In realtà, non potendo studiare direttamente i cervelli dei bambini, come si fa con altri organi, mediante biopsia, si può realizzare degli studi su infanti, solo post mortem. Non esiste di fatti una biopsia celebrale e allora le ricerche possono essere svolte solo a decesso avvenuto.

Si è confrontato lo stato dei neuroni nei bambini sani e nei fanciulli colpite da autismo infantile, concentrando le maggiori attenzioni verso la zona del cervelletto.
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Nella foto è evidente la differenza tra un cervello sano e quello di bambino con autismo. Si nota la grande riduzione del numero di cellule nervose, mentre di contro risulta aumentata la parte “bianca”, ovvero quella ricca di cellule infiammatorie, costituite da cellule della microglia.

Queste cellule si comportano come baby sitter nei confronti dei neuroni. Aiutano loro a svilupparsi, sostenendoli nella fase di crescita. Quando il numero delle cellule della microglia aumenta troppo può essere molto dannoso per l’organismo perchè producono sostanze assai negative per i neuroni. Il dottor Vergas, attraverso i suoi studi sui sintomi di autismo, ha notato che una particolare citochina infiammatoria, definita interferone gamma, è colpevole di aggravare le infiammazioni. Dalle analisi condotte sui bambini autistici, il livello di queste citochine è risultato essere 232 volte più alto che nei bambini normali.

Si parla quindi di attivazione di microglia, come a una tra le maggiori cause di autismo.
Non si tratta pertanto di un’infiammazione primaria, ovvero partita dal cervello, ma proveniente da altri organi che, producendo sostanze infiammatorie, quando giungono sulla microglia la fanno letteralmente impazzire, inducendola a produrre sostanze altamente tossiche per neuroni.

Il dottore Blaylock, importante neurochirurgo, nonché nonno di bimbo autistico, ha svolto numerosi test per autismo, le cui informazioni sono facilmente rintracciabili anche su internet e in maniera assolutamente gratuita. Egli parla di un possibile meccanismo con cui la microglia si attiva nei casi di autismo. Per microglia si ricorda il riferimento a cellule che a riposo sostengono la crescita neuronale e proteggono cellule nervose.

Il problema per l’organismo nasce quando vengono attivate, perchè producono citochine infiammatori e radicali liberi. Questi ultimi sarebbero sostanze molto ossidanti, il cui funzionamento è molto simile a quello dell’ossigeno. Alla stregua di come l’elemento “O” aggredisce il ferro, creando ruggine. Allo stesso modo, i radicali liberi, ossidano le cellule danneggiandole, producendo, fatto ancora più pericolosa, un neurotrasmettitore tossico : il glutammato.

Che cosa attiva la microglia?

Seconodo Blay questo processo avviene quando vi è la presenza di stressossidativo, di metalli pesanti nel corpo o a seguito di un’infiammazione. Potrebbero essere queste le vere cause dell’autismo.
Per stresso sidativo si intende l’incapacità dell’organismo autistico di tenere sotto controllo l’azione tossica dell’ossigeno che, come abbiamo visto, non serve soltanto per sopravvivere.

Quando infatti l’ossigeno viene usato dai tessuti per produrre energia si verifica la liberazione di sostanze ossidanti che rischiano di uccidere la cellula. La cellula quindi predispone dei processi metabolici, con funzione antiossidante, necessaria per contrastare questo processo di ossidazione, proprio come avviene quando si vernicia il ferro per scongiurare la creazione di ruggine.

Immaginate quello che accade con una mela. Se la tagliamo a metà e la lasciamo reagire all’aria per soli 30 minuti, si noterà l’annerimento delle sue superfici. La mela è soggetta ad ossidazione, perchè sottoposta all’azione ossidante dell’ossigeno. Se invece avessimo la premura di spremere del limone sulle parti esterne della mela potremmo “bloccare” il processo di ossidazione e quindi scongiurare che diventi marrone. Di fatto si utilizzano le proprietà stress ossidanti dell’agrume giallo per evitare lo stress ossidativo sulla metà mela rimasta aperta.

A livello umano potremmo dire che, in una condiziona di salute, l’organismo produce continuamente del “succo di limone” per tenere tutto sotto controllo. Quando invece il metabolismo è troppo debole per riuscire a combattere i radicali liberi, allora si crea uno stress ossidativo e la conseguenza più diretta è la sofferenza cellulare.

Gli agenti che creano stress ossidazione

Di sicuro fanno parte di questa lista “piombo e mercurio”, elementi molto ossidanti, proprio come l’ossigeno. Quando la microglia è attivata in un bimbo malato di autismo, anche lieve, si produce glutammato o acido chinolinico. In ogni caso si attivano i ricettori del glutammato, dando origine all’ipereccitamento nelle cellule nervose e creando un varco enorme di ioni calcio nelle cellule. La conseguenza di tutto ciò è l’iperattività elettrica dei neuroni e un conseguente affaticamento neuronale che prima porterà i neuroni a gonfiarsi e poi a scoppiare.

Nell’autismo infantile avanzato avviene una grande perdita di neuroni. Le prime cellule soggette a questa “esplosione” sono proprio quelle più grosse, come cellule del purkinje.

L’Infiammazione di fatto proviene dal sangue e quando passa la membrana ematoencefalica, che impedisce il sopraggiungere di sostanze tossiche al cervello, si attiva la microglia, segno del passaggio di elementi altamente dannosi. Queste sostanze sono di solito il TNF alfa ( acronimo di tumor necrosis factor), l’interferone, interuchina 1 e 2. Gli studi svolti per spiegare che cosa è l’autismo, hanno dimostrato invece come la interuchina 4 e 5 abbiano proprietà protettive, cercando di sedare l’infiammazione.

Autismo multisistemico e cibi

Si parte dal presupposto che siano molti gli organi che risultano alterati quando si effettuano dei controlli su bimbi con autismo. Sembrerebbe che i piccoli autistici mostrino una frequenza più alta di asma e allergie e nell’80% dei casi studiati, hanno evidenziato una qualche forma di infiammazione intestinale!! Altri problemi diffusi tra i bimbi con autismo sono: disturbi alla tiroide, esofagite, gastrite e alterazioni ormonali a livello sessuale.

Il dottor Antonucci e il gruppo di medici che hanno aderito al protocollo DAN, ritiene un errore considerare l’autismo soltanto una malattia genetica, come invece sostiene la stragrande maggioranza dei ricercatori. I loro studi sui trattamenti per soggetti autistici sottolineano come solo nel 10% dei casi si possa spiegare la patologia, attribuendo solo la causa genetica.

Il fattore ambiente

Esistono delle condizioni esterne che vanno a interagire con i geni, soprattutto quando l’infante è in piena fase di sviluppo e che vanno a creare i presupposti per il manifestarsi dell’autismo.
I geni quindi sono importanti, ma diventano determinanti soltanto quando il fanciullo manifesta una certa “fragilità”.
In questi test sull’autismo infantile si parla di vulnerabilità genetica o anche di suscettibilità genetica. Quello che risulta evidente e che i medici come Nicola Antonucci sostengono a gran voce è che se i bimbi non avessero mai incontrato i fattori ambientali, molto probabilmente non si sarebbero mai ammalati.
Altro fatto che dimostra la poca incidenza che hanno i geni nella casistica che riguarda gli autistici bambini è la costante crescita di questo fenomeno.
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Il numero dei pargoletti che si ammala di autismo aumenta sempre, anche se i telegiornali sembrano non accorgersene.

L’epidemia silenziosa

Anche se in UK un bambino ogni 100 sembra mostrare qualche forma di autismo e questo disturbo colpisce un numero di bimbi 30 volte superiore rispetto quello degli anni ’50, tanto da rappresentare una tra le spese più alte per il servizio sanitario nazionale, i telegiornali non ne parlano. Si considera ancora oggi una malattia rara, quando in realtà colpisce un bambino maschio ogni 36, quindi non può dirsi di sicuro un disturbo così poco diffuso. A partire dal 1982 l’autismo nei bambini è aumentato in maniera esponenziale.

La conclusione a cui sono giunti molti ricercatori è che esiste qualcosa nell’ambiente che li fa ammalare. Eppure una fetta del mondo scientifico, nonostante tutte le evidenze, parlava di dati corrotti, sostenendo che un aumento così esagerato dipendesse dal fatto che si facciano sempre più controlli sui fanciulli, anche a scuola e come oggi si parli sostanzialmente di più di questo problema.

Si tratta di critiche sterili, opinioni sbagliate facilmente attaccabili visto che anche il CDS, ovvero l’istituto di ricerca di controllo delle malattie, riconosciuto a livello “federale” (l’equivalente del ministero della Sanità italiano), ha confermato che nel 2006 un bimbo su 100 soffriva di autismo. Un dato estremamente allarmante, visto che nel 1980 riguardava solo un bimbo ogni 5000.

In passato era un disturbo talmente raro che i dottori che volevano studiare i casi d’autismo dovevano spesso recarsi in altri istituti ospedalieri, vista la tolale assenza di pazienti con questa patologia, presso l’ospedale per cui lavoravano.
Sidney Baker ritiene probabile che bimbi autistici non abbiano tante malattie diverse, ma siano vittime di un’alterazione di qualche fase del meccanismo metabolico. Il dottore ha parlato di ciclo della metilazione e transulfurazione, responsabile della produzione del principale antiossidante del corpo: il glutatione ( indicato con la sigla GSH). Infatti, quando questo viene a mancare nell’organismo, si crea una disossidazione, che a sua volte genera problemi di infiammazione, ovvero autoalimenta un’infiammazione cronica, che perdura nel tempo.

La metilazione è un processo attraverso cui l’omocisteina viene trasformata in metionina dalla vitamina B12 e dall’acido folico. Risulta fondamentale garantire il giusto apporto di acido folico alle donne in gravidanza, proprio perchè diventa fondamentale nello sviluppo dei processi neurologici dei bimbi. Infatti la metionina, nella sua forma attivatam produce energia e modula la produzione di alcuni neurotrasmettitori, ma quando torna a diventare omocisteina, diventa prima cisteina e poi glutatione, quindi mantiene alto il livello di sostanze antiossidanti nell’organismo.

In questo studio, i bimbi autistici presentavano un livello di cellule mastociti più basso rispetto quello riscontrato nei bambini “normali”. Successivamente poi, quando i piccoli sono stati “supplementati”, attraverso l’assunzione di vitamina B6, B12 e betaina, i valori si sono normalizzati, apportando anche delle migliorie sul piano clinico.
L’alimentare per disintossicare

Per questa ragione uno dei primi interventi che si fa sui bimbi autistici è quello di potenziare il ciclo della metilazione, garantendogli i giusti apporti di vitamina b12 , acido folico e anche betaina, ovvero tutti quegli antiossidanti in grado di aiutare la transulfurazione.

Tantissimi studi clinici hanno dimostrato come i bimbi autistici accumulino metalli pesanti e non riescono a liberarsi. Attraverso un test per autismo fatto sui capelli dei bimbi di 3-4 anni, è emerso come entrambi i bambini con sindrome autistica mostrassero percentuali 7 volte più basse di timerusal, ovvero del mercurio utilizzato nei vaccini somministrati agli infanti di età inferiore ad un anno di vita.

Eppure ci si aspetterebbe che i soggetti colpiti da autismo avessero percentuali di piombo e mercurio più alte, ma allora perchè risultavano inferiori rispetto ai bambini “sani”?
Questo avveniva proprio perchè i bimbi malati avevano un problema di detossicazione e non risucivano a liberarsi da mercurio, come invece riescono a fare gli altri individui sani, utilizzando organi escretori come appunto i capelli, ma anche feci ed urine.

Il dottor Antonucci però precisa come non considera la prova del capello completamente attendibile, suggerendo invece altre tipologie di test più efficaci per valutare l’intossicazione da piombo e da mercurio. Si tratta del sistema utilizzato per valutare la salute dei minatori e degli operai che lavorano in fabbrica e parte dal controllo delle porfirine. Attraverso questo test tossicologico valido, si è notato come nei giovani pargoletti autistici la quantità delle porfirine risultasse proporzionale alla gravità dell’autismo e come, nei soggetti epilettici fossero ancora maggiori.

Riguardo al test sul sangue per riconoscere un bambino autistico, l’opinione del dottor Antonucci ha espresso più di un dubbio. Il piombo, come anche il mercurio infatti, dopo soli 30 minuti dall’assunzione, entrano subito nei tessuti e si legano alle zone più lipofile ( quelle più ricche di grasso). Tendono di conseguenza, in prima battuta, ad accumularsi su grasso addominale e sul cervello.
Arriviamo al nocciolo della questione. Da dove viene mercurio?
Il tema è di quelli più spinosi, oggetto di tantissime contestazioni e dibattiti.

Si è condotto studi su madri con più di 6 amalgame dentarie, le quali hanno mostrato di avere un tasso di autismo severo 3 volte più alto, rispetto a quello delle mamme che ne hanno meno.

Altra causa scatenante è il grande consumo di pesce durante gravidanza. I prodotti ittici sono la principale fonte di intossicazione alimentare da metallo pesante di tutta la nostra dieta. Eppure i ginecologi Occidentali esortano le donne gravide a “mangiare pesce”, perchè dicono sia ricco di omega 3, soprattutto per quel che riguarda i pesci di grossa taglia, come tonno, pesce spada e salmone. Altre fonti di intossicazioni possono essere: l’acqua e l’aria. Si pensi a come molte zone geografiche più industrializzate abbiano percentuali di autismo molto più alte rispetto altre, notoriamente meno inquinate. In Texas si è constatato come ogni 500 chili di mercurio presente nell’ambiente aumenti di 2 volte la frequenza di autismo.

Ma perchè questa intossicazione colpisce solo alcuni bimbi e lascia in pace altri, anche nella stessa città?
Perchè alcuni piccoletti risultano geneticamente predisposti ad avere un deficit nel ciclo della metilazione e transulfurazione e dimostrano di non riuscire a disintossicare un corpo esposto, per respirazione o alimentazione, a questi agenti.

Il focus si sposta quindi sulla eventuale presenza di alterazioni immunitarie in questi bimbi. Sembrerebbe affiorare una debolezza nel TH1 dei bimbi, ovvero una defezione di ciò che consente di combattere i virus e funghi nel corpo. Risulterebbe quindi sbilaciato anche il sistema TH2, ovvero il responsabile di allergie e processi autoimmunitari e quindi colui che, più di altri, favorisce la produzione di citochine infiammatorie, provocando l’attivazione della microglia.

La dieta dei bambini è fondamentale nella prevenzione e nel controllo dell’autismo visto che, se si analizza l’infiammazione intestinale dei bimbi afflitti da autismo, ci si accorge di come sia spesso presente una iperplasia linfo-nodulare.
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Come si evince dalla foto di sopra, la mucosa intestinale anziché essere piatta presenta delle bozze, delle specie di collinette, che sono il segno dei linfonodi precedentemente disposti sotto la mucosa, ma che si sono gonfiati a tal punto da emergere in superficie.
Per autismo regressivo si intende quella malattia che prevede lo sviluppo regolare dei bimbi sino ai 4-5 anni di età, per poi regredire, senza apparenti ragioni. Bambini che sembravano normali, perdono improvvisamente quelle abilità acquisiste nei primi 5 anni, come l’uso del linguaggio, l’interazione con gli altri bimbi o la perdita degli insegnamenti appresi. Quando sono stati condotti degli studi su questa tipologia di disturbo infantile, si sono notati sintomi come stitichezza, diarrea, dolori addominali, ma anche segni di sonno mancante o propensione ad essere aggressivi.

Vaccino e Autismo

Ancora una volta si è riscontrato come in questi bambini ci fossero residui di quel virus vaccinale contro il morbillo, iniettato obbligatoriamente nei bimbi, entro il primo anno di vita. L’unico studio super partes fatto sul vaccino morbillo parotite orossodia fatto dalla Cochrane Collaboration, ovvero da un Istituto indipendente, non pagato quindi da case farmaceutiche, presentava dati sconcertati, fortemente critici nei confronti della sicurezza di questa cura.

Tra i principali studiosi che fanno capo a questo Istituto vi è un dottore italiano che è stato anche dirigente del servizio sanitario del Piemonte, che poi si è rivelata la prima regione ad eliminare i vaccini obbligatori.
Le osservazioni fatte spiegano come il vaccino risulti sì efficacie per il controllo delle patologie del morbillo, parotite e orossodia, ma sottolineano come gli studi fatti prima e dopo messa in commercio di questo vaccino, risultassero inadeguati per dimostrare con certezza la sua “sicurezza”.

Di fatto viene somministrato a bambini un vaccino che funziona per qualcosa, ma senza essere sicuri che possa accelerare i processi di autismo.
Potrebbe essere quindi che l’ipersollecitazione a cui sono sottoposti i piccoli nel primo anno di vita, a causa della vaccinazione, possa sbilanciare il sistema immunitario di queste creaturine. E questo fenomeno è ancora più probabile quando accumulano metalli pesanti. Appare chiaro come un mix micidiale tra questi fattori, inclusa la fragilità metabolica dell’organismo possa far ammalare un bambino d’autismo.

Quello che ne deriva sono situazioni gastrointestinali spaventose, a partire dal megaretto, problema tipico in questi bimbi malati, sino ad arrivare al tipico rigonfiamento addominale, dovuto non solo alla stitichezza, ma a un costante accumulo di gas, a causa del proliferare di batteri che la mucosa intestinale non riesce più a controllare.
Il dottor Theoharides ha cercato di spiegare come l’infiammazione intestinale possa creare anche un’infiammazione celebrale. Se la mucosa dell’intestino è raggiunta da sostanze “velenose”, introdotte attraverso i cibi, le conseguenze sui bimbi autistici potrebbero essere devastanti.
Quello che mangiamo ha quindi forti conseguenze sul manifestarsi dei tipici sintomi dell’autismo.

Tra gli alimenti da tenere sott’occhio vi è ad esempio la caseina (la proteina principale del latte), il glutine o i batteri come costrilium difficile, o lipopolisaccaridi prodotti da batteri o funghi. Sono loro che possono scatenare le cellule linfocitarie e indurle a produrre citochine infiammatorie, oltre all’Interuchina 1 e al TNF, creano così tutte le premesse per l’attivazione di microglia.
Da uno studio effettuato sulle biopsie intestinali, si è calcolata la quantità di citochine infiammatorie presenti negli intestini dei bimbi autistici. I risultati mostravano come questi avevano valori assai alti di interferone gamma, FNT alfa, mantenendo invece bassa l’interuchina 10 che invece, nei bimbi sani risulta notoriamente alta.

L’intestino dei bimbi autistici

Antonucci è dell’opinione che indirizzare i trattamenti sull’intestino dei bimbi può diventare anche più importante del lavoro fatto sul ciclo di metilazione e transumatazione.
Negli Stati Uniti d’America si insiste molto sulla strategia delle 3 erre, dove la prima erre equivalerebbe alla “rimozione dei cibi tossici dalla dieta”, incluso i batteri patogeni.
Antonucci segue questa scuola di pensiero, sostenendo che una dieta senza glutine e caseina, per funziona nel 90% dei bimbi affetti da autismo.

Togliere latte, formaggi, pane, pasta, cereali con glutine dal regime alimentare di questi poveri bimbi può apportare dei grandissimi risultati. Superata la diffidenza legata al pensiero di non mangiare più pizza, pane e formaggio e quindi rinunciare a gran parte della tradizione culinaria italiana, di sicuro i giovamenti non tarderanno ad arrivare. Provare non costa nulla, non essendoci nulla di essenziale in questa dieta che possa condizionare negativamente la crescita di questi fanciullini.

Basti pensare che l’uomo è vissuto per 2,5 milioni di anni senza questi cibi e che invece ha imparato a mangiare glutine e caseina “solo” da 10 mila anni. Una piccola parte della nostra esistenza come uomini sulla Terra può giustificare tutto il male che stiamo facendo al nostro intestino?

Sono 3 le teorie che spiegano il perchè si debba fare a meno di questi elementi nutrizionali.

  • teoria dei peptidi oppiati; glutine e caseina si comportano alla stregua della morfina e in modo simile ad altri oppiacei, agendo da falsi neurotrasmettitori.
  • Sono da eliminare perchè producono “anti anticorpi” capaci di legarsi con proteine celebrali e creando in questo modo un’infiammazione
  • Favoriscono la permeabilità intestinale, trasformando l’intestino in una specie di colabrodo. In questo modo è più facile il passaggio di sostanze tossiche in profondità e quindi la produzione di citochine infiammatorie.

Il suggerimento di Antonucci è di provare a togliere dalla dieta dei figli autistici questi nutrimenti almeno per 1 mese. Il dottore considera 30 giorni un tempo già sufficiente per valutare i risultati e convincersi da soli di quanti benefici possa apportare questo consiglio alimentare.
La sorpresa nell’osservare il bambino recuperare il contatto visivo, la risposta uditiva o constatare la riduzione dell’iperattività e dell’aggressività, non ha prezzo. In alcuni casi, seguire questi suggerimenti nutrizionali per appena 1 mese, serviranno per vedere il recupero verbale o persino dell’attività motoria.

La seconda Erre

Rimuovere la disbiosi: nel senso di togliere i batteri patologici presenti nell’intestino. I peggiori sono i funghi e gli streptococchi. I funghi possono spiegare reazioni tipiche della sintomatologia dell’autismo come il ridere senza motivo. Questo avviene perchè nei bambini autistici avviene la trasformazione degli zuccheri, di cui sono ghiotti, in sostanze alcooliche.

La conseguenza è quindi il manifestarsi di condizioni molto simili a quelle di quando si è ubriachi. Non è raro assistere a bambini che dopo un pasto ricco di glutine o caseina si mostrano decisamente allegri e iperattivi, spesso con segnali di flapping (movimento d’eccitazione eseguito con le mani, che simula quasi un volo di uccellino). Questi sintomi d’autismo infantile sono spesso associati a disturbi intestinali, come diarrea. Nella esperienza professionale di Antonucci, alcuni casi di bimbi non potrebbero fare a meno di farmaci antifungini.

Tutte le volte che venivano tolti questo tipo di medicinali, dopo appena 2 settimane, lo stato di salute dei bambini peggiora di nuovo.
Non esistono però antifungini solo chimici ed è opinione del dottore che l’alternanza tra rimedi farmacologici e naturali rappresenti la scelta migliore nel trattamento dell’autismo infantile.

Il passo fondamentale resta quello di eliminare ogni forma di stitichezza. Questo non soltanto perchè crea dolori, ma anche perchè con il ristagno delle feci nell’intestino, avviene la produzione di sostanze tossiche che tendono ad aumentare il grado d’intossicatone.
Giusto per dare qualche esempio, alcuni antifungali naturali sono il magnesio, i probiotici, l’aloe vera e gli omega 3. Inoltre, alte dosi di vitamina c favoriscono la progressione delle feci e quindi l’evacuazione. Se invece si cerca un farmaco efficacie, risultato di sintesi chimica, si può puntare sul Macrocol.

Altro patogeno importante a cui stare attenti nella cura dell’autismo dei bimbi è il clostridium difficili. E’ evidente la sua azione tossica sul cervello di bimbi autistici e non è un caso se molti bimbi peggiorano la propria condizione, a seguito dell’uso di antibiotici, perchè nella maggior parte dei casi, non distruggono affatto i clostridi ma anzi ne avvantaggiano la crescita.

I loro effetti dannosi sono legati alla sostanza tossica da loro prodotti: l’acido propionico.
Mc Fabe ha dimostrato come basta mettere l’acido propionico nei ventricoli celebrali dei topi di laboratorio per trasformarli in cervelli di topi autistici. Gli animaletti, da comportarsi in maniera assolutamente normale, hanno così cominciato a non comunicare più tra loro e ad eseguire movimenti a dir poco ripetitivi. Questo studio ha dimostrato come i bimbi ammalati da qualche forma di autismo, posseggono 25 tipi di clostridium, assolutamente assenti negli intestini dei bimbi sani.

La terza Erre: riparare

Si passa dai tipici rimedi usati dai gastroenterologi, generalmente a base di antinfiammatori derivati dall’aspirina o del cortisone. In alcuni casi possono essere anche farmaci antiallergici e antiacidi.
Antonucci spiega come i trattamenti da lui preferiti per combattere le “intossicazioni alimentari” agiscano sia sull’intestino che sul cervello, agendo in pratica contro le “intossicazioni celebrali”. Le considera tra l’altro meno invasive rispetto la somministrazione farmaceutica e certamente meno impegnativi per dei bambini così piccoli.

La TSO

Le Trichuris Suis Ova sono delle uova di parassita che se assunte per via orale, poi attecchiscono nell’intestino e sono in grado di riequilibrare il sistema immunitario. Le prime sperimentazioni di questo tipo sono state svolte nell’ambito della cura della rettocolite ulcerosa.

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Si tratta di parassiti molto comuni nel maiale, ma che nell’uomo non mostrano uno sviluppo patogeno e pertanto sono incapaci di sopravvivere nell’intestino per più di 2 settimane.
I sostenitori di questo metodo fanno notare come l’uomo prima di 100 anni fa, un po’ in tutte le culture e parti del Mondo, possedesse dei parassiti nell’intestino e che si fosse evoluto proprio grazie a questa “ricchezza”. Nell’ultimo secolo quindi, la mancanza di questi nel tratto intestinale ha generato uno squilibrio anche neurologico, sulla base di quanto spiegato prima.

Si tratta di un trattamento 100% biologico, privo di farmaci. Grazie a questo sistema per curare l’autismo le feci migliorano molto, ma si possono riscontrare spesso dei benefici, anche nelle stereotipie e nel linguaggio.

La BAROCAMERA

La cura migliore in assoluto, stando alle parole del dottor Antonucci, riferite durante una conversazione avvenuta presso il Centro Heliantus di Bari, con la dottoressa Racanelli, è camera iperbarica:

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Grazie a questa macchina, i bimbi vanno sotto pressione, come se si trovassero 5 metri sotto il livello dell’acqua. Respirare ossigeno a quelle pressioni fa aumentare la sua concentrazione nel sangue. Il sistema circolatorio riesce così a portare grandi quantità di ossigeno anche in zone periferiche del cervello, caratterizzate da ipoperfusa, ovvero quantità di sangue inferiore, perchè infiammate.

I vasi saguigni nei bimbi con autismo infantile si riducono di volume, non riuscendo a far circolare a valle la giusta quantità di sangue. Quando poi vengono introdotti nella camera iperbarica, anche se continua ad arriva meno sangue, in realtà avverrà una migliore quantità di ossigeno. La conseguenza positiva legata all’alta produzione di ossigeno è quella di spegnere l’attività di linfociti e quindi ridurre la quantità di citochine infiammatorie.

Altro beneficio legato all’uso della barocamera per la cura dell’autismo dei bimbi è la possibilità di favorire una maggiore crescita neuronale e quindi migliorare l’evoluzione neurologica.

 

Si precisa come il dott. Antonucci effettui ogni mese delle visite presso il Centro Heliantus.

Per maggiori informazioni o fissare un appuntamento, si consiglia di chiamare lo 080 5019934