Come le docce solari facilitano la sintesi della vitamina D

Si sente parlare molto spesso di vitamina D, soprattutto quando si parla di salute delle ossa, visto che la maggiore qualità di cui si parla quando si fa riferimento a questa vitamina è quella di ottimo ricostituente osseo. Anche se di solito si consiglia di assumere molti cibi contenenti vitamina D quando ci si frattura, non bisogna dimenticare come questo elemento sia essenziale anche per difendere il sistema immunitario e quello cardiovascolatorio.

La quantità minima di vitamina D nell’organismo
I benefici di una doccia solare
La strumentazione del Centro Heliantus
La differenza tra solarium e sole
I rischi legati al trattamento solare

Ci sono studi che evidenziano come nelle popolazioni in cui è più carente questo tipo di vitamine sono più diffuse alcune patologie autoimmuni, come la sclerosi multipla.

Gli alimenti che contengono la vitamina D non sono molti:

  • pesci grassi,
  • uova
  • interiora animali

Questo può far nascere un problema in sé in caso di soggetto vegano, perchè non mangiando prodotti di origine animale avrebbe grandi difficoltà nel reperire questa sostanza.

sole e docce solari

Ad ogni modo è proprio l’esposizione solare la principale modalità di sintesi della vitamina D, consentendo di raggiungere questo obiettivo ogni qual volta ci si mette sotto al sole. La comune abitudine di utilizzare creme solari di origine commerciale però inibisce questa capacità di sintesi e durante i mesi più freddi, restiamo talmente coperti da impedire ai raggi solari di raggiungere la nostra pelle e quindi permettere la sintesi della vitamina D. Alcuni specialiti hanno ideato delle creme solari in grado di ovviare a questo problema, proteggendo dai “raggi cattivi”, ma garantendo una tinta invidiabile.

Scopri quali sono

Uno studio portato avanti dall’Università di Valencia ha fatto emergere come, per una corretta sintesi della suddetta vitamina, sia necessario esporre in inverno almeno il 10% del corpo “nudo” ad una media di 130 minuti giornalieri, mentre nei mesi più temperati di primavera ed estate, sia sufficiente restare esposti al sole per appena 10 minuti, durante le ore più calde, e soli 20 minuti, se si prende il sole nel pomeriggio, mantenendo scoperto almeno il 25% della pelle.

Ovviamente questi dati possono variare in funzione del fototipo della pelle e della latitudine a cui si vive, ma restano ugualmente importanti per farne comprendere la misura.

Questo fa comprendere ancora di più quanto sia necessario assumere e sintetizzare correttamente la vitamina D, soprattutto nei mesi invernali, quando le occasioni per far vedere il sole alla pelle sono molto risicate. Non è detto che l’accumulo di sole che riusciamo a fare in estate sia sufficiente per compensare le carenze dell’inverno ed è per questo che seguire un trattamento in solarium potrebbe essere ancora più opportuno.

Quale è il quantitativo minimo di vitamina D?

Si consiglia di mantenere concentrazioni sieriche di 25 (OH) vitamina D tra 30 e 50 ng / ml (75-125 nmol / l). In caso di deficit sarà necessario compensare, sino al raggiungimento di questa soglia o potremmo andare incontro a rischi per la nostra salute. E’ noto che i vegani avranno più difficoltà di altri a raggiungere questo limite, ad ogni modo le docce solari potrebbero rappresentare una soluzione anche per chi rientra in questa categoria e crede nella filosofia vegan.

Anche la dottoressa Racanelli è una grande sostenitrice del solarium, parlandone in termini più che favorevoli, anche all’interno del suo libro “E la vita continua…impressa nei nostri occhi” , sottolineando l’efficacia che ne ha potuto constatare nei confronti di anche, dermatiti varie e anche psoriasi.

Tutti i benefici dei solarium verticali

Vantaggi più evidenti, derivanti dall’utilizzo di questo macchinario, che non ha nulla a che vedere con le docce abbronzanti, tanto di moda negli anni’90.

Consumi energetici: costa molto meno una seduta in un solarium verticale che una in cui si utilizza una doccia ad alta pressione.

Ingombro: si utilizza davvero poco spazio, integrandolo perfettamente in una stanza, senza che dia fastidio. A conti fatti, il macchinario non occupa più di un metro quadrato.

Velocità. A parità di effetti, il tempo di una seduta in una doccia solare verticale è di soli 10-15 minuti. In alcuni casi può durare anche meno. Di conseguenza, un altro vantaggio è legato al fatto che non serve prenotare un mese prima. Vista la velocità di rotazione dei clienti è possibile fissare un appuntamento anche il giorno prima rispetto quello della seduta.

Pulizia. Il grado d’igiene è massimo, visto che non si è a contatto diretto con il metacrilato, riducendo al massimo il rischio di contaminazioni batteriche, invece molto alto nel caso di solarium a pressione di 1,2 kilowatt.

Risultato estetico eccellente. I feedback da parte di chi l’ha provato sono molto positivi, perchè riferiscono di un’abbronzatura omogenea che scongiura eventuali inestetismi associati ad una pelle a chiazze, in cui la tintarella non ha raggiunto tutte le zone del corpo.

Sicurezza nell’uso. Il rivestimento in metacrilato evita qualunque tipo di contatto con le lampade e pertanto evita ogni tipo di bruciarsi, a causa delle lampade surriscaldate. A conferma delle ottime caratteristiche tecniche della macchina per abbronzare e del fatto che sia assolutamente sicura per la pelle vi è la documentazione che certifica il rispetto delle normative CE: EN 60335-1, EN 60335-2-27, EN 55015, EN 55022, EN 50082-1, EN 61000-4.

Alta qualità dell’abbronzatura, raggiungibile in poche sedute.

La strumentazione del Centro di Armonia e Benessere

Il centro Heliantus ha in dotazione la Sun.cab Sevilla della Enco, una doccia solare con proprietà abbronzanti notevoli, grazie alla forza di 48 lampade reflex power da 160 watt ciascuna.

All’interno della cabina solare non si percepisce in alcun modo il caldo; merito del sistema di ventilazione interna, perfetta per mantenere fresco il soggetto che si sottopone al trattamento. La presenza di 9 ventilatori offriranno il giusto refrigerio anche a coloro i quali utilizzeranno il solarium in estate, durante le giornate più calde.

Si può confrontare la luce del sole con quella di un solarium?

La composizione dello spettro e l’irradianza solare sono influenzati da svariati fattori, come ad esempio l’anno, l’ora de giorno, la latitudine, la qualità dell’aria -se a mare o in una zona indrustriale è ben diversa..-, l’altezza dal livello del mare e tanti altri ancora. Per esempio, quando si confronta una fonte di radiazione artificiale, con quella della luce solare, è necessario considerare altri parametri che ne definiscono la radiazione globale. La radiazione solare ha una diffusione costante, senza alcuna interruzione. Ad esempio nel nord Europa, la proporzione di raggi UV.B a mezzogiorno è circa del 3-5% del totale di quelli UV, anche se si precisa che sulle vette più alte delle montagne la proporzione è più elevata. I valori biologici reali sono più importanti di quelli meramente fisici che classificano i raggi come ultravioletti, visibili e infrarossi. Se prendiamo in considerazione i solarium l’aspetto più importante da considerare riguarda l’irradiazione eritematosa complessiva e di conseguenza non possiamo confrontare con gli stessi parametri i raggi solari con le radiazioni di un solarium.

Le differenze principali tra le due fonti di calore sono:

  • il sole non necessita di temporizzatori, il solarium sì;
  • la composizione dello spettro solare varia in funzione di tantissimi parametri come latitudine, ora del giorno ecc.. quella del solarium no;
  • la doccia solare emette esclusivamente radiazioni ultraviolette di tipo A e B.

In quanto tempo ci si abbronza?

Sono molti i lettori che contattano il centro per porre domande di questo tipo:

“Davvero ci si abbronza così facilmente?”

“E’ possibile abbronzarsi in maniera così veloce?”

“Si può rimanere sempre neri?”

Si tratta di interrogativi curiosi e anche molto pratici, a cui cercheremo di dare risposta. Sui tempi di abbronzatura, legati all’utilizzo di un solarium bisogna essere molto chiari. Non esistono sistemi di abbronzatura immediata e ultra rapida senza creare dei rischi per la propria pelle. E’ altamente sconsigliato sottoporsi a sedute intensive di solarium quando non lo si usa da un po’ di tempo o non si è andati a mare almeno qualche volta. Gli shock termici per la cute potrebbero risultare eccessivi e dannosi per la salute epidermica.

Il funzionamento fotobiologico necessita di tempo e quando si somministra troppi raggi UV alla pelle è facile che venga prodotto un eritema o un’irritazione cutanea con conseguente dolore. Altri problemi tipici di chi passa troppo tempo al sole sono: congiuntivite, cataratta, invecchiamento accelerato della pelle e tumori cutanei.

La pigmentazione indiretta prodotta da una doccia di raggi solari necessita di almeno 2-3 giorni per mostrare dei risultati visibili, salvo alcuni soggetti con pelli particolari, che perdono in altrettanto poco tempo l’effetto di abbronzatura.

Volendo stabilire una regola di base, valida per un po’ tutte le tipologie di pelle, sono necessarie dalle 12 alle 15 sessioni complete di esposizione ai raggi per ottenere risultati evidenti. Superata questa fase l’abbronzatura sarà duratura, mantenendo la stessa tonalità raggiunta nell’ultima seduta.

Ad ogni modo è corretto segnalare l’importanza del rapporto tra raggi UV.A e UV.B., visto che la percentuale di UV.B -che rappresentano la percentuale totale di radiazione ultravioletta- si somma a quella delle radiazioni UV.A, e influisce in maniera chiara sull’esposizione generale del corpo.

I rischi legati all’esposizione a radiazioni

Sarebbe falso sostenere che abbronzarsi mediante questo strumento, senza le adeguate precauzioni, non esponga il soggetto a situazioni potenzialmente pericolose. Così come accade quando restiamo troppo tempo al sole in estate, potrebbero aumentare le probabilità di andare incontro a malattie della pelle, eritemi, infiammazioni agli occhi, qualora superassimo i tempi di durata consigliati di permanenza nel solarium. Delle piccole irritazioni potrebbero degenerare nel tempo in bolle e quindi a scottature di grande intensità.

Ad ogni modo, se si seguono i suggerimenti generali, stando attenti a non restare più ore del dovuto nella cabina, non dovrebbe verificarsi alcun tipo di disturbo. Quel lieve eritema che molti pazienti segnalano a fine seduta, definito in gergo tecnico “eritema infrarosso”, è solo l’effetto del calore a cui si è stati appena sottoposti, ma tende a scomparire pochi minuti dopo la fine del trattamento solarium.

E’ utile segnalare inoltre che, quando ci si abbronza al sole, la gente dovrà ricordare che sottoporsi precedentemente solo a raggi UV.A potrebbe non essere sufficiente. I raggi solari infatti contengono in parte raggi UV.B, in misura diversa, ma comunque superiore al 5%, ragion per cui si raccomanda una protezione adeguata che faccia da schermo contro questo preciso tipo di ustioni, sotto forma di creme abbronzanti con filtri.

Il grado di pericolosità dell’esposizione permanente ai raggi solari dipende da alcuni fattori:

  • sensibilità personale del soggetto alla luce del sole;
  • durata dell’esposizione;
  • intensità dei raggi solari.