Larve di oncocercosi: la prevenzione prima degli occhi

L’ oncocercosi o oncocerchiasi, detta anche cecità dei fiumi, è un’infezione parassitaria, multisistemica, che può causare irritazione grave alla pelle, prurito e condurre progressivamente alla cecità irreversibile. Scopriamo di più su questa malattia che è fra le più gravi che possano colpire gli occhi.

Perché si chiama cecità dei fiumi
Caratteristiche delle microfilariae
Perché colpisce gli occhi
Sintomi e diagnosi della malattia
Le terapie migliori per ridurre la propagazione
La prevenzione nelle aree coinvolte


Perché si chiama cecità dei fiumi

L’oncocercosi si diffonde attraverso la puntura della mosca nera, l’Onchocerca volvulus, che si riproduce vicino i maggiori corsi d’acqua che attraversano molti paesi dell’Africa equatoriale e dell’America meridionale. A coniare il termine è stata Lady Jean Wilson, moglie di Sir John Wilson, fondatore di Sightsavers, che rilevò per prima la pericolosità di questi moscerini per gli esseri umani. Successivamente si è riscontrato come anche gli animali ne fossero afflitti, soprattutto i cavalli, anche se gli effetti risultavano più evidenti a livello cutaneo, oltre che per interessamento dell’inspessimento e opacizzazione delle cornee.

mosca di oncocercosi

Le larve dell’agente vettore della malattia, il Simulium, si sviluppano solamente in acque limpide, molto ossigenate e scarse di sostanze organiche. Il termine “cecità dei fiumi” indica proprio la relazione tra la malattia a livello oculare e l’area abitata da chi la contrae.

Le piccole larve si trasformano in vermi adulti e possono anche vivere 15 anni e questo lungo periodo di vita ne facilita la trasmissione tra gli esseri umani. Ogni giorno i vermi femmina producono migliaia di larve microscopiche, dette microfilariae, che si diffondono nel corpo, attraverso la puntura delle mosche sull’uomo e quando muoiono causano forti reazioni nel corpo come infiammazione, irritazione e prurito. Se le larve raggiungono gli occhi possono verificarsi danni irreversibili alla vista. Il fatto che in determinate con fiumi la presenza delle mosche vettori di questa malattia è tale da poter provocare migliaia di punture al giorno su esseri umani e animali, lascia immaginare la velocità di propagazione che l’onchocercosi può generare. A questo si aggiungono le scarse cure mediche presenti in quelle aree del mondo così disagiate a la limitata diffusione delle regole igieniche di basi, responsabili della diffusione di altre malattie pericolose.

Oltre alla cecità una delle devastanti conseguenze di questa malattia è costituita dal fatto che le persone devono allontanarsi dai luoghi dove è presente la cecità dei fiumi, e devono andare altrove per coltivare la terra. La conseguenza di questa forzata migrazione ha portato intere famiglie alla povertà più totale oltre che generare problematiche psicologiche legate alla condizione di emarginalità a cui viene rilegata questa categoria di persone, etichettate come “malate” e pertanto da evitare.

Caratteristiche delle microfilariae

I vermi che causano l’oncocercosi sono filariformi, hanno un colore biancastro opalino e un corpo che si assottiglia alle due estremità. Quella cefalica si presenta leggermente allargata e quella opposta è invece appuntita, aspetto questo che differenzia il verme in maniera più evidente da quelli di ossiuri.

Il maschio adulto ha una lunghezza compresa fra 2 e 4 cm di lunghezza, mentre la femmina è sottilissima e può raggiungere anche i 50 cm di lunghezza.

Gli uomini vengono infettati quando sono punti dagli esemplari femmina già infettati di uno di questo tipologia d’insetto. Le larve attraversano la cute e crescono sempre più in dimensione, rimanendo sottopelle e maturando in maniera rapida. Da qui si riproducono e si diffondono in tutto l’organismo, provocando infiammazioni locali una volta morte.

Come avviene il coinvolgimento degli occhi

Una volta che i vermi risalendo nel corpo raggiungono gli occhi viene infettata la cornea, che si ammala di una patologia detta cheratite sclerosante, che spesso si accompagna a un’infiammazione interna dell’occhio. I danni alla retina sono inevitabili e sono provocati dalla cicatrizzazione e dalla degenerazione del tessuto nervoso. Si tratta non a caso di una tra le malattie oculari più temute, che nulla hanno a che fare alle più comuni infezioni agli occhi a cui siamo abituati in Occidente, perché in grado di provocare danni permanenti.

L’oncocercosi si manifesta di più negli uomini che nelle donne e ha un’incidenza minore nella fascia d’età 0-10 anni, con un picco maggiore in soggetti di 20-40 anni. Sono infatti soprattutto le persone sopra i 40 anni a poter essere affette dalla cecità irreversibile.

L’infestazione dei vermi avviene durante l’infanzia, senza che i soggetti manifestino segni di malattia per lunghi periodi di tempo ed è per questo che risulta difficile da individuare da coloro che non hanno una cultura medica e reputano all’ordine del giorno essere oggetto di punture di moschini. E’ doveroso ricordare che per essere infettati bisogna essere punti diverse volte e soggiornare nelle zone ad alto rischio per più di tre mesi ed è quasi impossibile ammalarsi con un solo morso di mosca.

Inoltre, bisogna anche sottolineare che il numero di vermi adulti presenti in un soggetto è relativo al numero di punture fatte dalla mosca nera e pertanto i rischi di infezione sono direttamente proporzionali al numero di punture ricevute nella vita.

Che cos’è il tracoma

Pare che la cecità dei fiumi sia la seconda causa al mondo di cecità dopo il tracoma. Quest’ultimo è la prima causa di cecità a livello globale fra le malattie contagiose ed è generata dall’infezione causata da un batterio, la Chlamydia Tracomatis. I primi sintomi compaiono con arrossamento, forti bruciori, gonfiore alle palpebre, lacrimazione, sensibilità alla luce.

I segni che manifestano la malattia sono le ciglia rivolte all’interno dell’occhio, la palpebra rivolta all’interno che si attacca alla congiuntiva, la chiusura alterata delle palpebre, cicatrici sulla cornea che diventa, a causa di questo trauma, sempre più opaca, impedendo all’individuo afflitto di vedere bene.

Come avviene la diagnosi della cecità dei fiumi

La diagnosi della cecità dei fiumi può essere eseguita in qualsiasi fase della malattia, ma bisogna intervenire in tempo per scongiurare danni irreparabili. La diagnosi può essere fatta in due modi:

  • Con la conta delle larve (microfilarie)
  • Visualizzando la larva adulta – la visualizzazione della larva adulta può avvenire dopo aver eseguito la biopsia ad un nodulo sottocutaneo oppure individuando le microfilarie all’interno dell’occhio

imbarcazione per fiume in Africa

Terapie efficaci

La terapia più efficace per il trattamento dell’oncocerchiasi è costituita dalla ivermectina, un antiparassitario che uccide i vermi parassiti in fase di sviluppo, ma non quelli adulti.

L’Ivermectina viene usata anche per trattare la strongiloidosi causata dal nematode Strongyloides stercoralis e per trattare altre parassitosi, tra cui anche scabbia e pediculosi.

Il farmaco si assume per via orale, di solito sotto forma di unica compressa da deglutire con acqua a stomaco vuoto. La dose per impedire il propagarsi dell’infezione in genere è annuale, tuttavia vi sono casi in cui si può assumere 3 o 6 mesi dopo il primo trattamento.

Grazie ai programmi dell’Oms l’ivermectina dal 1989 è stata distribuita su ampia scala nei paesi a rischio, che sono ben 31 solo in Africa, ma vi sono anche diversi Stati dell’America meridionale e lo Yemen interessate dalla malattia. Proprio grazie ad un programma dell’Oms completato nel 2012 è stato sperimentato un altro antiparassitario, il moxidecin, da assumere in dose singola di 8 mg per via orale con o senza cibo.

Si tratta di una tipologia di infezione per fortuna assente in Europa, perché di origine del tutto differente rispetto a quella di altre forme di vermi intestinali, come ossiuri o tenia, invece presenti alle nostre latitudini. Anche per questo l’assistenza da parte dei Paesi Occidentali deve essere garantita e costante, in modo da scongiurare condizioni di epidemia.


La prevenzione nei programmi dell’Oms

Il programma OCP ha permesso di guarire 40 milioni di persone dall’infezione, ma l’Organizzazione Mondiale della Sanità continua a mandare avanti sempre nuovi programmi per combattere questa malattia, che prevedono la bonifica delle aree malsane e un maggiore controllo dell’oncocerchiasi. Infatti, poiché ancora non esiste un farmaco in grado di curare la cecità dei fiumi definitivamente, la soluzione migliore è quella di prevenire la patologia.

La medicina e la scienza collaborano insieme per portare avanti il loro obiettivo di sconfiggere questa terribile patologia una volta per tutte, e impedire che i soggetti colpiti perdano completamente la vista. Non poter più vedere a causa del morso di un piccolo insetto è una cosa del tutto inaccettabile, che non dovrebbe assolutamente esistere, e basterebbe eliminare le cause per impedire che ciò avvenga.

Ad oggi si stima che ci siano almeno 1,5 milioni di persone cieche a causa di questa malattia, e l’Oms ha in programma altri interventi per combattere questa infezione e permettere alle popolazioni che vivono nelle aree a rischio di rimanere. L’obiettivo è di debellare completamente la patologia, accompagnando alla terapia antinfettiva la diffusione di insetticidi e iniziative volte alla bonifica delle aree più colpite, che rappresentano anche la base di una politica di prevenzione efficacie, oltre che di argine ad un contagio massivo.

Ad affiancare i programmi dell’Oms ci sono anche Dal 1993 associazioni come SightFirst, che ha lavorato con impegno per a fare in modo che l’oncocercosi non sia più un problema di salute pubblica.

Le malattie tropicali più pericolose

Oltre alla cecità fluviale, vi sono altre malattie tropicali ancora oggi letali. Fra le più pericolose vi sono la malaria e la febbre dengue, trasmesse entrambe dalle zanzare e presenti nelle aree tropicali di tutto il mondo. I sintomi per tutte e due le malattie sono praticamente uguali, ovvero: nausea, dolori agli arti e febbre. Diverse sono invece l’intensità dei sintomi e il decorso.

Infatti, la febbre dengue in genere ha un decorso senza troppe complicanze, mentre la malaria può essere letale e va curata in ospedale.

Altre malattie tropicali pericolose sono anche la febbre chikungunya, la febbre del Nilo occidentale, la febbre gialla e l’infezione da virus Zika. Le ultime due sono più pericolose, la febbre gialla può causare danni al sistema nervoso, mentre l’infezione da virus Zika diventa pericolosa quando infetta una donna incinta. Infatti, può causare danni permanenti al cervello del feto.