Metabolismo, lectine e gruppo sanguigno
Molte persone si approcciano alla dieta in base ai gruppi sanguigni con lo scopo dichiarato di voler perdere peso. Il nostro punto di vista, su cui vorremmo far riflettere anche i lettori, è che i benefici legati a scelte alimentari realizzate in funzione della classe di sangue vanno ben oltre i vantaggi prettamente estetici.
Guardarsi allo specchio e contemplare la propria silhouette è molto gratificante sul momento, ma sapere quanto bene possa apportare una dieta incentrata sul gruppo sanguigno, nel lungo periodo, dovrebbe rappresentare lo stimolo più grande per proseguire questo percorso di salute.
Le trasformazioni che si verificano a livello di metabolismo da parte di chi raggiunge questo tipo di consapevolezza in cucina sono a dir poco sorprendenti.
Lo stimolo a dimagrire, dovrebbe partire infatti da un desiderio molto più concreto e ammirevole rispetto al “perdere un po’ di pancetta”.
L’obesità è la principale causa di un disordine a livello di ormoni che stravolge l’equilibrio del processo metabolico. Uno degli effetti più diretti dell’accumulo di lipidi è la resistenza all’insulina, creando le premesse per una condizione di grave patologia in cui le cellule adipose non sembrano essere più governate dall’ormone pancreatico, risultando quasi “impazzite”.
Lo scenario auto rappresentato dall’uomo obeso conduce ad una progressiva insulinoresistenza che spingerà il corpo a produrre sempre più insulina, per compensare questa “resistenza”. Per un soggetto grasso, in fase già avanzata, non è più possibile controllare in maniera efficiente il livello di zuccheri presenti nel sangue, aggravando ancora più la condizione di salute.
Ma il risvolto ancor più negativo resta un altro, ovvero il verificarsi di un grave blocco nel metabolismo.
Possiamo immaginare che, in questa situazione, l’accumulo di grasso sull’addome e nelle zone del corpo più sensibili ad ingrassare, sarà un fatto scontato. Cibi contenenti zucchero e amido in grandi quantità contribuiranno ad aumentare il girovita, in tempi sempre più rapidi.
Quali sono i cibi che aumentano la resistenza all’insulina?
Di sicuro, se abbiamo un regime alimentare caratterizzato dalla grande presenza di lectine gli effetti di insulinoresistenza potrebbero essere amplificati.
Parte di queste lectine infatti condizionano la percezione dei tessuti recettori, presenti sulle cellule adipose, simulando gli effetti dell’insulina. E’ come se consigliassero alla cellula di non bruciare più i grassi e iniziare a fare incetta di calorie, creando ulteriori strati adiposi.
Per questa ragione bisognerà valutare accuratamente le lecnine non compatibili con la nostra classe di sangue, altrimenti sarà molto probabile dover affrontare i problemi legati al sovrappeso.
Volendo dare informazioni più dettagliate, si ricorda come la resistenza all’insulina sia molto frequente tra i non portatori di antigeni nelle secrezioni. In questo caso, il logorio del processo di conversione dei trigliciridi, provocherà una riduzione della velocità di metabolizzazione del cibo.
Perchè non seguire una dieta a restrizione calorica?
Per prima cosa, perchè se si cerca di dimagrire in fretta attraverso una drastica riduzione delle calorie quotidiane i muscoli possono indebolirsi, indipendentemente dal fatto di svolgere o meno degli esercizi ginnici. Se da un lato è innegabile come svolgere una regolare attività motoria possa migliorare il tono muscolare, dall’altro lato sottoporsi ad un programma per dimagrire i fianchi, basato su una dieta ipocalorica, della durata di almeno 2 settimane, può danneggiare in maniera considerevole il fisico.
Anzichè fare una dieta esageratamente restrittiva, atta a recuperare il peso ideale, mangiare in maniera equilibrata, ma rispettando le indicazioni provenienti dal proprio gruppo sanguigno, garantisce un recupero del peso forma più veloce.
La dieta dei gruppi sanguigni può essere vista come un metodo più naturale per perdere peso.
Alla faccia di necessita di integratori e pastiglie per dimagrire o tenta la strada delle tisane dimagranti, coloro i quali optano per un regime alimentare basato sul gruppo del sangue, potenzierà i tessuti attivi, con sommi benefici per tutto il metabolismo basale.
Il dramma degli obesi
La fatica di dimagrire diventa doppia quando si è “messa su un po’ di pancia”, perchè diviene più difficile ristabilire l’equilibrio perduto, essendo mutato il nostro stesso metabolismo.
Tra le criticità più diffuse quando si è sovrappeso, che inficiano le funzioni del metabolismo ricordiamo:
- l’attivazione dell’ormone tiroideo,
- la produzione degli ormoni dello stress e i livelli degli ormoni sessali,
- dell’ormone della crescita
- e dell’insulina
Non è certo un caso se quando si analizzano i livelli di insulina negli obesi si osservano delle concentrazioni sempre più alte della media. Questo dato è ancora più allarmante quando si parla di obesità infantile.
Chi soffre di obesità dimostra di possedere una regolazione del metabolismo dell’energia differente.
Gli aspetti su cui è più opportuno soffermarsi sono due:
- la resistenza ala leptina
- e la resistenza al cortisolo
Essere obesi favorisce un certo grado di resistenza alla leptina. Si tratta di un ormone che interagisce con l’ippotalamo, allo scopo di regolare la mole di grasso accumulato, la capacità di bruciarlo per produrre energia e far capire al corpo se si è sazi o meno.
Diversi studi confermano che l’aumento eccessivo del peso corporeo aumenta i livelli di leptina e di insulina nel sangue, fatto che spiegherebbe la più alta incidenza di infarti e malattie cardiovascolari e diabete tra i pazienti con grave obesità.
Essere obesi induce una resistenza maggiore al cortisolo. I tessuti grassi aumentano il rifornimento di nuovo cortisolo e questo facilita la produzione di cortisone che allo stesso tempo accresce la secrezione di ACTH e mantiene stimolata la corteccia surrenale.
Come è noto più alti sono i livelli di cortisolo, maggiori sono i rischi di accumulare adipe, alimentando nei fatti un pericoloso circolo vizioso che spinge il paziente nel tunnel dell’obesità duratura. Inoltre il cortisolo sembrerebbe far aumentare la voglia di cibo, a causa di un’associazione negativa con la leptina.
Si tratta di un rischio ancora più concreto per coloro che appartangono ai gruppi A e B, i cui livelli di questo ormone sono già maggiori che in altri individui.
La sindrome X
Si tratta di un disturbo che è in realtà il risultato di un insieme di problemi metabolici come:
- l’alta glicemia,
- la resistenza all’insulina,
- i livelli alti di trigliceridi,
- i valori più elevati di colesterolo LDL (detto colesterolo “cattivo”)
Si ritiene che tutte queste problematiche a livello di sangue, che hanno il minimo comune denominatore in comune nella resistenza all’insulina, possano facilitare l’insorgere del diabete di tipo 2, dell’aterosclerosi e delle malattie cardiovascolari.
E’ per questa ragione che il rischio cardiovascolare cambia in relazione del gruppo sanguigno d’appartenenza.